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Sotto sequestro 380 metri lineari del canalone industriale di Lamezia terme: trovata presenza del batterio Escherichia coli e azoto ammoniacale che finivano in mare
LAMEZIA TERME – I carabinieri hanno posto sotto sequestro il canalone dell’area industriale che sbocca a mare, più volte sorvegliato speciale come fonte di inquinamento del mare. A valle dello sbocco della condotta del depuratore di Lamezia Terme, sono stati, infatti, riscontrati valori significativi del batterio Escherichia Coli, nonché di azoto ammoniacale, con possibili profili di inquinamento ambientale.
Da qui i carabinieri della stazione scalo e del Nucleo forestale, hanno proceduto al sequestro preventivo di un tratto di circa 380 metri lineari del canalone industriale, pavimentato in cemento, che dalla zona di San Pietro Lametino (area industriale) dove insiste l’impianto di depurazione, si immette alla foce del fiume Turrina, con sbocco nel tratto di mare antistante il Golfo di Sant’Eufemia. L’intervento dei carabinieri scaturisce dalle risultanze dei campionamenti e delle analisi di laboratorio effettuati dall’Arpacal che hanno interessato a valle dello sbocco della condotta del depuratore.
L’attività, preceduta da un’articolata raccolta e analisi di dati informativi, si inquadra nel più ampio monitoraggio finalizzato alla prevenzione ed al contrasto dell’inquinamento ambientale. Le attività di controllo e verifica proseguiranno su tutto il litorale lametino al fine di acquisire informazioni sul fenomeno e pianificare ulteriori mirati controlli.
Sempre i carabinieri, nel Reventino, hanno controllato due depuratori di acque reflue urbane risultati privi di autorizzazione allo scarico delle acque. Durante il controllo è emerso che uno dei citati depuratori scaricava direttamente le acque sul suolo.
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