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Uno dei droni di Arpacal utilizzato per i controlli sul mare verde a Lamezia Terme

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La protesta sul mare verde nell’hinterland di Lamezia Terme finisce anche in Procura e Arpacal effettua controlli con i droni. Notevoli i disagi per i turisti


LAMEZIA – La protesta del “mare verde” arriva anche in Procura e l’amministrazione comunale corre ai ripari, convocando l’Arpacal con i droni. Ma un bagnante si chiede «vengo da Torino, faccio 1200 km e il mare è sporco, che faccio?».
Ieri sono stati effettuati nuovi rilievi con il drone dotato di sensori wide ed Ir sulla linea di costa prospiciente il Comune di Gizzeria. I dati raccolti con i voli ieri, ad intervalli regolari, saranno elaborati dall’Arpacal. L’amministrazione comunale di Lamezia Terme interfacciandosi con gli ingegneri Salvatore Arcuri e Gino Russo dell’Arpacal, rassicura risposte certe nel più breve tempo possibile. Ai prelievi erano presenti il Sindaco Paolo Mascaro, l’assessore Luigi Muraca ed i consiglieri Pino Zaffina e Maria Grandinetti.

Mentre ieri gli esponenti del Comitato Salviamo il Mare, Massimo Cristiano, già consigliere comunale, e Mimmo Gianturco, consigliere di Lamezia prima di Tutto, appoggiandosi all’associazione Caduceo, sono stati in procura per esporre la situazione di estremo disagio dei bagnanti, riunitisi lo scorso sabato al lungomare Falcone Borsellino.

LE PROTESTE DI COMITATI E ASSOCIAZIONI

L’Associazione Caduceo a tutela dei diritti, per voce della sua presidente Annamaria Mancini, ha detto «siamo disponibili anche ad andare da Occhiuto. Il materiale c’è già. Non è una situazione tollerabile, nel febbraio 2017, 30 balneatori presentarono un esposto voluminoso, individuando le potenziali cause. Lunedì saremo dal Procuratore della Repubblica Salvatore Curcio, il quale insediatosi da poco si attivò subito con la costituzione di una task force, seguita poi da quella della regione, anche la commissione Antindrangheta presieduta dall’onorevole Bova e nelle tre audizioni si stabilì la necessità di monitorare tutto il litorale con delle reali mappe di quello che era l’allaccio alle fognature pubbliche; c’è un’allerta per il sottodimensionamento delle tubature fognarie esistenti a Falerna e Gizzeria verso il depuratore, condizioni da verificare anche oggi, perché hanno un’incapienza che provoca sversamenti abusivi da noi fotografati».

Nel corso del sit-in, promosso da Massimo Cristiano, Mimmo Gianturco, Salvatore Calidonna,Vincenzo Lombardo, Gregorio Pansino, è emersa l’esigenza di sollecitare le istituzioni èer interventi risolutivi. «L’Arpacal certifica che ciò che sta accade non sia naturale – ha ribadito Massimo Cristiano – negli anni precedenti non era così massiccia la fioritura algale, prodotta da agenti chimici, come nitrati, nitriti, solfati, azoto, oltre a batteri come enterococchi ed escherichia coli, segno della presenza di scarichi probabilmente abusivi».

L’ESPOSTO NEL 2017

L’esposto nel 2017 era redatto dal presidente dei balneatori della provincia di Catanzaro, Antonio Nirello, titolare del lido Mediterraneo di Gizzeria, insieme a Salvatore Minniti (Lido Charly), Roberto Floro (Il Pirata), Ugo Cario (Kala Ugo), Antonio Berardelli (Lido di Falerna), Dario Gallo (Lido di Falerna), Federico Barbera (Lido Zanzibar), Stefano Mammola (La Vela), Ferdinando Aragona (Lido di Nocera), Andera Mangano (tamerice), Palmerino Crialesi (Lido di Falerna), Mario Barletta (Lido Lions), Angela Villela (Baia di Eolo), Giuseppe dattilo (Lido Container), Salvatopre Falvo (Lido Turrazzo), Vittorio macchione (Sea Village), Gianfranco Palmieri (Lido Caposuvero), Francesco Bevilacqua (Lido Coolbay), Luigi Fabiano (Lido Ligea), Ferdinando Michienzi (Lido Riviera), Luca Valentini (Lido Hib), Salvatore Mazzei (Lido Sottovento) e Carlo Petronio (Lido Coco Beach)

Nella querela si presentavano alle autorità rilievi fotografici dettagliati, un video ed un dossier redatto dall’associazione Legambiente sulla depurazione delle acque «per le loro dirompenti conseguenze pregiudizievoli sull’ecosistema marino, nonché sulla salute e quindi sulla salubrità del mare, visto che da anni si assiste impotenti ad un progressivo peggioramento», come sta avvenendo in queste ultime settimane con la proliferazione delle alghe della specie Pyramimonas spps, microalga unicellulare assolutamente non tossica, per come rilevato da analisi private e dell’Arpacal.

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