Il capannone della Eco Management coinvolto dal rogo
3 minuti per la letturaSQUILLACE (CATANZARO) – Un inferno di fuoco e fumo che ha continuato a bruciare per tutta la giornata di ieri. Che ha costretto i Vigili del Fuoco a lavorare a oltranza anche durante la notte appena trascorsa. E con delle conseguenze, dal punto di vista ambientale, tutte ancora da verificare. Il rogo scoppiato nel primo pomeriggio di lunedì (LEGGI – FOTO E VIDEO) all’interno dell’impianto di stoccaggio di rifiuti della Eco Management, in località Fiasco Baldaya, nel comune di Squillace, pur se ormai “sotto controllo”, continua a tenere in apprensione la zona costiera del comune alle porte del capoluogo di Regione.
Una situazione di difficile gestione, considerato che le fiamme hanno interessato lo stabilimento dove erano contenute all’incirca novecento tonnellate di rifiuti (tra carta, cartone, plastica, vetro e alluminio) che hanno continuato a bruciare ininterrottamente, portando a quasi 500 gradi la temperatura all’interno della struttura. Questo fattore, unitamente al fatto che le fiamme hanno seriamente danneggiato il capannone, provocando l’implosione di parte del tetto, ha complicato oltremodo le operazioni di spegnimento, con i vigili del fuoco impossibilitati a intervenire al suo interno. Ieri, un’altra lunga giornata di passione. Con decine di uomini del comando centrale di Catanzaro e del distaccamento di Soverato ad alternarsi con le autobotti, rifornite grazie alle cisterne inviate dalla Protezione Civile e da Calabria Verde. E anche ieri, come era avvenuto lunedì, si è reso necessario l’intervento di un canadair che, fino a quando non è calato il buio, ha effettuato circa 120 lanci. Operazioni di contenimento che, spiegano dal comando dei Vigili del Fuoco, sono servite per abbassare il più possibile le temperature, limitare i fumi e impedire il rinvigorirsi del fuoco che, viste la quantità e la natura del materiale ammassato, ha continuato ad agire “sottotraccia”.
Soltanto quando ci saranno le condizioni di sicurezza, gli uomini potranno inoltrarsi all’interno dell’area per “smassare” ciò che resta con l’ausilio di mezzi meccanici ed estinguere in via definitiva il rogo. E solo allora, con gli organi inquirenti, si potranno effettuare i rilievi per risalire all’origine del rogo. Altro aspetto preoccupante quello del rischio di inquinamento dell’aria. Fortunatamente, grazie ai venti “favorevoli”, la colonna di fumo, che anche ieri si è levata dall’impianto, è stata sospinta verso il mare. Circostanza che ha spinto il sindaco di Squillace, Pasquale Muccari, a predisporre per oggi la riapertura delle scuole, chiuse nella giornata di lunedì. Tuttavia, saranno gli esiti del monitoraggio avviato dall’Arpacal – intervenuta immediatamente con il tecnico Francesco Iuliano del servizio tematico Aria del dipartimento provinciale di Catanzaro – a stabilire il livello dei microinquinanti che possono essere stati dispersi nell’atmosfera.
Intanto, proprio dal direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, è arrivato ieri il grido d’allarme. «È fin troppo evidente – ha detto – che la Calabria in queste settimane sia sotto un vero e proprio attacco criminale-ambientale al quale dobbiamo necessariamente, tutti insieme, rispondere nella maniera più opportuna facendo squadra». I diversi incendi che hanno interessato gli impianti di trattamento o stoccaggio di rifiuti, a Siderno come a Motta San Giovanni, a San Gregorio d’Ippona come a San Giovanni in Fiore, a Corigliano Rossano così come quest’ultimo di Squillace, per Pappaterra «non possono essere considerati una mera casualità. È per questo che stiamo preparando, anche su input dell’assessore regionale all’Ambiente Sergio de Caprio, un nuovo piano operativo per fronteggiare le emergenze ambientali, con uno sguardo – ha aggiunto – che sia non solo più ampio dal punto di vista territoriale, coinvolgendo le diverse professionalità della nostra agenzia indipendentemente dai loro dipartimenti di appartenenza, ma anche multidisciplinare».
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