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MARCELLINARA (CATANZARO) – La Calme ha ottenuto il parere favorevole per aumentare i quantitativi di rifiuti da bruciare nel cementificio Calme di Marcellinara, a metà strada tra Catanzaro e Lamezia. La Conferenza dei Servizi ha, infatti, chiuso i propri lavori «esprimendosi favorevolmente» per l’approvazione dei progetti in variante proposti dalla Calme e per il rilascio della relativa autorizzazione con le prescrizioni e le indicazioni contenute nei diversi pareri. Una vera e propria “mazzata”, quindi, la decisione presa ieri dalla Conferenza per chi sin dal principio, il Comune di Marcellinara guidato dal sindaco Vittorio Scerbo, si era opposto all’ampliamento delle capacità del cementificio o, quanto meno, aveva chiesto prudenza subordinandolo a dei controlli ambientali più rigorosi da effettuarsi nel corso di un anno.
Una vicenda seguita sull’edizione cartacea del Quotidiano, con il parere favorevole è stato fortemente contestato da più parti. Il sindaco Scerbo ha aggiunto: «Non mi sarei mai aspettato che quello messo nero su bianco nel verbale della Conferenza dei Servizi del 6 novembre scorso venisse completamente disatteso nei lavori odierni». Con queste parole il sindaco di Marcellinara ha commentato gli esiti della seduta conclusiva della Conferenza dei Servizi per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico per il progetto di ampliamento della capacità di valorizzazione energetica del Css nell’impianto Calme di Marcellinara. «Pertanto – ha proseguito Vittorio Scerbo – il parere del Comune di Marcellinara è stato negativo. Viste le memorie tecniche presentate, valuterò all’esito del provvedimento regionale una possibile impugnativa».
Il sindaco di Tirolo ha fatto proprie le osservazioni del Comune di Marcellinara ed ha confermato il parere contrario. «Il Comune di Marcellinara – come si legge nel verbale – prende atto che le conclusioni della CdS del 6 novembre 2019, sulle quali c’era l’accordo di tutti i partecipanti, vengono da questa conferenza completamente disattese senza alcuna spiegazione o dato tecnico a supporto. Il verbale della scorsa conferenza si concludeva con la seguente sintesi del Presidente: «Si prospetta la conclusione dell’iter amministrativo da rinviarsi alla prossima seduta con le seguenti modalità: monitoraggio ambientale per un anno senza variazioni; acquisiti i risultati del monitoraggio, l’autorizzazione dell’incremento richiesto del quantitativo di Css sarà subordinata all’installazione di uno scrubber a secco e di un sistema catalitico di riduzione degli ossidi di azoto».
Il Comune di Marcellinara ribadisce che un’autorizzazione data in questa maniera non è accettabile, in quanto consente un incremento dell’uso del Css fino a 42.500 t/anno senza richiedere alcuna modifica impiantistica alla Calme, ritenendo cioè che il sistema di abbattimento degli inquinanti, a dir poco essenziale, attualmente esistente sia anche in grado di gestire le emissioni di mercurio, cadmio, metalli pesanti, diossine, policlorobifenili e quant’altro che ci si può aspettare possa essere generato da un co-inceneritore di rifiuti. Il Comune di Marcellinara ha ribadito l’opposizione a tale autorizzazione che non tiene in alcun conto il metodo precauzionale che è alla base della normativa ambientale europea sull’IPPC (controllo integrato e preventivo dell’inquinamento). Il Comune ribadisce le sue richieste: che venga alimentato all’impianto solo un Css di categoria 1 e 2 proveniente da impianti certificati Emas (che garantirebbe i cittadini sulla qualità del rifiuto alimentato); che ci sia un monitoraggio continuo di tutti gli inquinanti di cui al Piano di Monitoraggio e Controllo con comunicazione ai cittadini in tempo reale sulla pagina web dell’Arpacal; che sia fortemente migliorato il sistema di abbattimento degli inquinanti atmosferici della Calme attraverso l’installazione di uno scrubber a secco e di un riduttore catalitico degli ossidi di azoto; che siano inserite le misure precauzionali e di sicurezza volte a prevenire il rischio incendi.
Anche il deputato pentastellato Giuseppe d’Ippolito, della commissione Ambiente, ha espresso contrarietà: «Sconcerta il “sì” della Conferenza dei servizi all’ampliamento dell’inceneritore Calme di Marcellinara, in provincia di Catanzaro, che determinerà un aumento dell’uso del Css fino a 42.500 tonnellate all’anno».
Giuseppe d’Ippolito assicura: «Certo della necessità di tutelare in pieno la salute della popolazione e la salubrità dell’ambiente, andrò fino in fondo alla vicenda, chiedendo il verbale della stessa Conferenza e utilizzando tutti gli strumenti disponibili per contrastare tale scelta, che, peraltro assunta sotto elezioni regionali, a me pare sbrigativa e impermeabile alle osservazioni e richieste specifiche del Comune di Marcellinara, che coincidono con quelle che nei mesi scorsi formulammo insieme al collega deputato Paolo Parentela, del Movimento 5 Stelle».
«Si tratta – rimarca il parlamentare del Movimento 5 Stelle, che ricorda la propria battaglia per spegnere definitivamente tutti gli inceneritori – di verificare le carte e di agire di conseguenza. In ogni caso questa vicenda conferma quanto, soprattutto in Calabria, centrodestra e centrosinistra si rifiutino di accogliere le pressanti istanze di salvaguardia ambientale per il futuro e il bene comune. Quando andremo alla guida della Regione, interverremo – conclude D’Ippolito – anche su questo ennesimo caso, che si aggiunge al favore delle vecchie amministrazioni per le discariche e alla loro indifferenza assoluta rispetto all’urgenza di avviare le bonifiche dei siti inquinati e di approfondire il rapporto tra inquinamento e patologie tumorali».
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