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Arresto in flagranza differita per l’aggressore 28enne del primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme. Il medico: “Non siamo soli ma dalle autorità ci aspettiamo di più”


LAMEZIA TERME – Inveisce contro il primario facente funzioni del pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia colpendolo a una spalla con un manganello che teneva nascosto sotto un giubbotto (LEGGI LA NOTIZIA). L’arresto in flagranza differita di Carlo Sacco, 28 anni, conosciuto dalle forze dell’ordine, è inevitabile. Tutto è iniziato nella serata di martedì scorso, intorno alle 21, quando il dottore Rosarino Procopio, stava spiegando ai parenti di una paziente anziana, che il periodo di osservazione clinica all’Obi (Osservazione breve intensiva) era terminato, l’iter diagnostico concluso e la signora poteva rientrare a domicilio con la terapia prescritta dai sanitari, per cui la degente doveva essere dimessa dal Reparto di Osservazione breve intensiva.

A quel punto, uno dei tre parenti che erano presenti al colloquio, poi fermato, avrebbe cominciato a inveire contro il sanitario opponendosi alla dimissione e quando il primario si è girato per rientrare nella sua stanza lo ha colpito a una spalla (per poco non veniva colpito in testa), con un manganello sfollagente che teneva nascosto sotto un giubbotto. Sul posto sono intervenuti tempestivamente gli uomini della sorveglianza aziendale, gli agenti del posto di polizia del pronto soccorso e agenti del Commissariato di Polizia che stavano scortando un paziente, fermando il giovane portandolo al commissariato nella cella di sicurezza in attesa della convalida del fermo su denuncia dello stesso primario. Poco dopo intervenivano anche i carabinieri per tenere a bada gli altri parenti.

L’AMAREZZA DEL MEDICO

«Mi trovo una spalla gonfia e mi fa male – dice il primario dopo aver sporto denunciato – ho un braccio che ha delle escoriazioni ed è ematoso. Ho ormai 42 anni che lavoro nell’emergenza e sinceramente la cosa che mi dispiace di più è arrivare a 65 anni e prenderle di brutto» ha amaramente affermato il primario facente funzioni. «Siamo arrivati ad un punto estremo dove praticamente il medico non ha più la libertà serena di decidere se dimettere» ha spiegato ancora il primario per il quale «i medici non sono soli, ma dalle autorità ci aspettiamo di più».

L’ASP DI CATANZARO: “EVENTO FUORI DAL COMUNE CHE RICHIEDE UNA SPECIFICA RISPOSTA”

«L’aggressione subita dal dottor Rosarino Procopio è un evento che lascia allibiti” fa sapere l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro che esprime «profonda solidarietà al medico aggredito, ma condannare un’aggressione premeditata come questa è, purtroppo, tristemente scontato. Davanti a questo gesto bisogna fare di più; ci aspettiamo una risposta forte da parte delle Autorità competenti, perché questi fenomeni danneggiano, oltre al personale sanitario anche tutta l’utenza. In questo caso non sono neanche invocabili possibili giustificazioni come la tensione emotiva, non è tollerabile che si entri in un ospedale con un manganello per imporre con la forza e la violenza un abuso.
L’Azienda farà come sempre la sua parte, come ha fatto fino al oggi per rafforzare le misure di sicurezza per il personale. Ma questo è un evento fuori del comune che richiede una risposta specifica da parte di tutti. Siamo tutti impegnati a garantire migliori condizioni di accoglienza e di lavoro, implementeremo ulteriormente le misure per garantire i pazienti e i lavoratori ai quali siamo grati perché continuano a svolgere le loro attività pur in un contesto che, come purtroppo dimostrato, può diventare estremamente difficile. Siamo convinti che la tutela legale dei dipendenti e la costruzione dell’Azienda come parte civile siano misure dovute, valide anche come deterrenza; i dipendenti non sono soli e questo deve essere chiaro a tutti».

OCCHIUTO: “ATTIVARE OGNI MISURA NECESSARIA PER TUTELARE MEDICI E INFERMIERI”

E nell’esprimere «sincera solidarietà e vicinanza al dottor Procopio, ai suoi colleghi, ai pazienti, e a tutta l’Asp di Catanzaro», per il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, «l’ennesimo episodio violento nei confronti del personale sanitario desta grande allarme e richiama l’urgenza di attivare ogni misura necessaria per tutelare i nostri medici e i nostri infermieri». E per il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, che rivolge un plauso alle forze dell’ordine, «l’arresto in flagranza differita è stato reso possibile grazie alle nuove norme introdotte dal Governo Meloni proprio per contrastare gli atti di violenza o minaccia nei confronti del personale medico e sanitario, che prevede tra l’altro un forte inasprimento delle pene per i responsabili».

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