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Il paziente soccorso dal medico in pensione su corso Numistrano; accanto il trasporto in ospedale

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Un malore improvviso ma il 118 non arriva; a Lamezia un uomo viene soccorso da un medico in pensione e portato in ospedale dopo 45 minuti con un’auto privata


LAMEZIA TERME – Un malessere improvviso sul corso cittadino e per l’ambulanza proveniente da Falerna (l’unica della postazione di Lamezia è impegnata in un’altra emergenza) l’attesa (45 minuti) è interminabile tanto da costringere un medico in pensione a suggerire il trasporto del paziente al pronto soccorso in un’auto privata, come poi è avvenuto dopo tre quarti d’ora di attesa per l’ambulanza del 118. È successo ieri a Lamezia Terme alle 11:50, quando il signor P.V. si è accasciato a terra su corso Giovanni Nicotera (isola pedonale). A soccorrerlo vari passanti che hanno allertato sia il 112 che il 118. Ma la sorpresa è stata quando è stato comunicato che l’ambulanza sarebbe arrivata da Falerna perchè quella di Lamezia era impegnata. Un tragitto di circa 20 minuti su strade senza traffico, ma di mezz’ora e più con il traffico visto che si tratta di un giorno festivo.
Sul posto giungono il nipote e figlio del malcapitato a prestare soccorso. «È impensabile – racconta il nipote – che in una città come Lamezia intorno al quale gravitano circa 150mila abitanti, un’ambulanza debba sopraggiungere da Falerna. È da tre quarti d’ora che stiamo attendendo inutilmente».

NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE SI VERIFICA UN CASO SIMILE

Ricordiamo che il 23 gennaio del 2023 dunque un anno fa un malore improvviso e assolutamente inaspettato colpì il professor lametino E.M. poi deceduto. Pochi istanti prima parlava serenamente al telefono con il suo terzo figlio. Dopo 30 minuti l’ambulanza del 118 arrivò, senza un medico a bordo e senza defibrillatore. Il medico della guardia medica di Sant’Eufemia arrivò dopo 2 ore e mezzo dalla chiamata. Un tempo troppo lungo per situazioni d’emergenza.

Questo episodio doveva servire da monito perché non si ripetessero più altre situazioni simili, eppure il 26 marzo scorso un uomo di 62 anni E. C. è deceduto perché colpito da infarto e l’ambulanza intervenuta era priva di medico. In questo caso sarebbe stato probabilmente lo stesso epilogo per via della lunga attesa. Casualità ha voluto che ieri si trovava di passaggio verso le 12.30 un medico in pensione F. L. ex primario del pronto soccorso, che ha visitato l’anziano ed ha suggerito di portare subito il paziente al pronto soccorso senza attendere ulteriormente il mezzo ancora in viaggio proveniente da Falerna. Un altro grave episodio, dunque, di ritardo nei soccorsi.

L’intervento del Codacons

Il Codacons, come si ricorderà, il 28 novembre 2021 intervenne quando un uomo a Lamezia attese l’ambulanza per 90 minuti inutilmente: «Horror gestionale sotto gli occhi di tutti. In Calabria mancano ambulanze e le persone rischiano di morire. In Calabria si muore perché non ci sono ambulanze. Altrove, invece, sono i medici a mancare e, in altri casi, mancano i farmaci. E la lista potrebbe continuare. Incredibile che tutto ciò accada esattamente nel posto in cui i manager delle Asp siano stati lautamente ricompensati, dividendosi migliaia e migliaia di euro per “premi di risultato. Stiamo pagando il prezzo di una sanità depredata da lupi famelici, in un assordante silenzio, sempre più simile alla complicità, da parte di tutta la politica regionale».

LE LACUNE NEL SISTEMA SANITARIO LAMETINO

Prima che l’Asl 6 di Lamezia fu soppressa e accorpata all’Asp di Catanzaro, il nosocomio lametino vantava un bilancio in attivo, dei reparti funzionanti e una sanità efficiente. Gradatamente l’ospedale di Lamezia assorbito dall’Asp di Catanzaro ha dovuto subire un pesante dissanguamento di forze e mezzi, per l’intervento di ricostruzione dell’Asp, perdendo tante efficienze ma grazie allo spirito di sacrificio della categoria dei medici e del personale sanitario e infermieristico era riuscita comunque a rimanere un centro di eccellenza, ricordiamo anche il centro di neurogenetica, il centro Tin di terapia intensiva neonatale, un centro di laboratorio analisi sempre efficiente, il reparto di dialisi, il reparto di malattie infettive e tanto altro si può ancora citare.

Ma a causa di una politica scellerata e per una situazione debitoria creata da una gestione fallimentare, la sanità lametina è stata continuamente sacrificata, tanto da privare del diritto costituzionale alla salute i cittadini anche nei casi più banali che non conferiscono dignità e civiltà ad una terra che ha bisogno di questi presupposti. L’assenza di soccorso tempestivo e la morte di alcuni cittadini non può non costringere le autorità competenti a prendere atto della situazione ed a risollevare le sorti di una città che è stanca di subire le angherie di una politica inefficiente. Ci auguriamo che il Presidente della Regione Occhiuto sappia valutare attentamente la questione che da più anni è stata denunciata, perché è impensabile che un cittadino debba morire per banalità.

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