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CATANZARO – Un viaggio estenuante e lunghissimo tra gli infiniti rischi di una guerra brutale e le anguste vie di fuga dei corridoi umanitari. Donne e bambini da 15 giorni in giro per l’Europa, che hanno trovato ora in Calabria, a Squillace nel Catanzarese, un rifugio.
Sono in totale di 18 i profughi accolti stanotte da Don Enzo Iezzi, parroco di Squillace, nei locali dell’ex seminario vescovile. Un uomo anziano e gli altri tutti donne e bambini. Il loro viaggio è iniziato nell’Ucraina sconvolta dall’invasione russa, tramite corridoi umanitari e mezzi di fuga predisposti dalla Caritas. A Roma ad attenderli un autobus pagato dalla parrocchia di Squillace per portarli al sicuro.
Dieci di loro sono dovuti rimanere a Roma, perché intanto sono anche risultati positivi al Covid19. Di loro nessuno parla italiano, ma i volontari della parrocchia insieme a Don Enzo stanno facendo di tutti per garantire una sistemazione opportuna.
“Sono arrivati questa notte alle 2. Sono in giro da 15 giorni. Quasi tutti donne e bambini, questi ultimi di giovanissima età”, ci spiega Don Enzo Iezzi. Un viaggio della fortuna vero e proprio, con le poche cose occorrenti per una fuga sistemate in pochi zaini e borse, senza conoscere una destinazione certa di arrivo.
Questa è soltanto una delle storie che nelle ultime settimane si stanno moltiplicando e che, talvolta come in questo caso, riescono a concludersi per il momento con un finale meno drammatico di altre, garantito soprattutto dalla disponibilità e dall’impegno volontario di persone pronte ad accogliere, parroci, associazioni, volontari vari.
Si attendono ora ulteriori informazioni sui profughi arrivati a Squillace, intanto sono stati sistemati appunto nel borgo, nella zona della piazza, dove si trovano appunto i locali ampi dell’ex seminario vescovile. L’azione di accoglienza portata avanti dalla parrocchia ha ovviamente anche l’appoggio dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, guidata da monsignor Maniago, come ci ricorda il parroco Don Enzo.
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