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Un medico

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CATANZARO – «Un mio assistito è stato prenotato per una visita specialistica di controllo non in primavera 2022 o del 2023, ma del 2024. Eppure si trattava di visita specialistica di controllo per terapie già iniziate». E’ la denuncia del dottore Giacinto Nanci, dell’associazione Mediass-Medici di famiglia di Catanzaro.

Non solo: «mi hanno chiamato dei miei assistiti chiedendomi aiuto. Avevano fatto il tampone nasofaringeo per la diagnosi di covid e al tendone era stato detto loro di ritirare l’esito del tampone da un sito internet che gli era stato dato. Purtroppo tutti gli assistiti dopo giorni di inutili tentativi per collegarsi al sito loro indicato mi hanno chiamato ansiosi e allarmati chiedendomi aiuto. Si può immaginare quanta ansia può generare in una persona la mancanza di risposta sulla propria positività al Covid? Ebbene è avvenuto che l’informazione data agli assistiti al tendone, dove hanno fatto il tampone, era corretta. Il sito esiste ma non ci si puo’ collegare perché la Asp di Catanzaro “ha dimenticato” di rinnovare la convenzione con lo stesso sito. Ancora più grave sarebbe la cosa se il rinnovo della convenzione sarebbe, come sembra, assolutamente gratuita».

Il problema delle liste d’attesa è comunque gravissimo. «Dopo 12 anni del piano di rientro oltre al blocco del turn over degli operatori ad ogni livello sono stati chiusi più di 10 ospedali, si sono ridotti i posti letto, è triplicata la spesa sanitaria dei calabresi costretti a curarsi fuori regione, si sono allungati oltre ogni misura la date di prenotazione, quando non bloccate del tutto, delle visite specialistiche. Tutto questo avviene perché da almeno 20 anni la Calabria ha la sua sanità sotto finanziata nonostante che tra i circa due milioni di calabresi ci sono circa 300.000 malati cronici in più che non in altri due milioni di italiani. Da 20 anni sono arrivati meno fondi proprio dove ci sono più malati ed è per questo che non son potuti bastare e si è dovuto sforare ma i governi facendo un puro calcolo economico ci hanno imposto il piano di rientro sanitario. Ed è per questo che possono avvenire cose come quella che i miei assistiti mi hanno segnalato, non possiamo curare i nostri piccoli bambini malati di covid, dobbiamo curare i nostri malati cronici ogni due anni e siamo costretti a mandarli nei centri di eccellenza fuori regione quando ormai è troppo tardi, come probabilmente avverrà per il mio assistito malato cronico prenotato nel 2024 che tra oltre due anni o costerà di più per essere curato oppure si complicherà a tal punto da dover emigrare. Se si pensa che la creazione di un centro di eccellenza costa al massimo 50 milioni di euro si puo’ immaginare quanti centri di eccellenza avremmo potuto costruire. Per cui basta commissariamenti ma chiedere con forza che i finanziamenti sanitari alle regioni vengano fatti in base alla numerosità delle malattie e sarebbe possibile farlo infatti basterebbe che in nostro governatore Occhiuto alla Conferenza Stato-Regioni (dove è regola il voto alla unanimità) si opponesse votando contro ad ogni criterio di riparto che non tenesse in conto della differente numerosità delle malattie presenti nelle diverse regioni».

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Simone Saverio Puccio

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