Il policlinico Mater Domini di Catanzaro
2 minuti per la letturaCATANZARO – «Mi auguro che quanto mi è accaduto per una visita cardiologica venga letto dal Presidente della Regione Occhiuto».
Inizia così il racconto di una pensionata di Badolato, nel Basso Jonio soveratese, alle prese con una visita cardiologica al policlinico “Mater Domini” di Germaneto.
«Ero felicissima – racconta la donna – perché, finalmente, dopo aver aspettato circa due anni, alle 8 del 5 gennaio scorso presso l’ambulatorio di cardiologia di Germaneto, sarei stata sottoposta a visita. Dopo circa tre ore di attesa, vengo invitata in ambulatorio per la visita da una dottoressa che aveva completato la specializzazione. Alla mia domanda sulla mancata presenza del cardiologo, mi viene risposto che il professore era impegnato in sala operatoria, ma che mi avrebbe visitata successivamente. La stessa mi sottopone a visita (ECG, controllo della pressione, auscultazione delle spalle) e poi mi invita ad aspettare in sala d’attesa. Dopo circa un’ora il medico arriva, firma il foglio scritto dalla dottoressa e si allontana mentre io, in sala d’attesa, aspettavo di incontrarlo. Avrei voluto protestare per questo comportamento, ma ho evitato per evitarmi un malessere considerando che sono cardiopatica».
A questo punto la paziente chiede spiegazioni alla dottoressa, ma questa, «si limita a consegnarmi la diagnosi invitandomi a prenotare la prossima visita cardiologica. Ritornata a casa, racconto tutto a mio marito che mi rimprovera per non aver protestato».
Fin qui il racconto della signora. Il marito evidenzia tutta la sua rabbia e lancia un appello al governatore Occhiuto. «Caro presidente – dichiara l’uomo – un comportamento che ancora una volta evidenzia lo stato “comatoso” della sanità calabrese. Da qui la necessità di un suo autorevole intervento perché le cose cambino. La casta dei camici bianchi, presente all’interno degli ospedali va smantellata con tempestività per evitare i continui viaggi della speranza dei pazienti calabresi verso gli ospedali di Roma o Milano. Ma considerando l’età e le spese, per evitare aggravamenti di mia moglie, a giorni la farò visitare privatamente da un cardiologo, che forse presta servizio in qualche ospedale, con una spesa di sole 200 euro. Presidente, si rimbocchi le maniche e metta in atto quanto promesso in campagna elettorale, sempre se la “casta” glielo permetterà».
Non meno gravi le segnalazioni che arrivano da altri pazienti del comprensorio relativamente alle lunghe attese per le prenotazioni. Per fare qualche esempio: per una visita oculistica – ematologica, chirurgica o cardiologica, l’attesa è di 2 anni. «Questa è la radiografia della sanità calabrese – ci riferisce un pensionato di Guardavalle – C’è da dire, comunque, che ci sono medici e reparti negli ospedali calabresi che sono all’avanguardia, ma la politica la condiziona, e i bravi medici di alta professionalità preferiscono emigrare, ricoprendo, in molti, la carica di primario negli ospedali di tutta Italia».
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