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Roberto Occhiuto

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LE ordinanze di “zona rossa” in Calabria riguarderanno quei centri dove è troppo bassa l’adesione ai vaccini anticovid. Lo ha spiegato oggi il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, intervenendo a Sky Tg24-Skyline.

«Rispetto ai colori, attenzione – ha ammonito il presidente – perché per mesi abbiamo detto agli italiani che dovevano vaccinarsi perché in questo modo potevano conservare la loro libertà».

«Allora – ha aggiunto Occhiuto – pensare a un sistema in cui si va meno facilmente in zona rossa. Io nella mia regione mi preoccupo poco se sono zona gialla o arancione, perché sia in zona gialla e in zona arancione le restrizioni operano solo per i non vaccinati, in zona rossa invece significa sostanzialmente restringere la libertà anche per quelli che hanno dimostrato senso di responsabilità vaccinandosi. Io – ha rilevato il governatore calabrese –  ricevo tante richieste di Comuni o Dipartimenti di prevenzione che mi chiedono di fare zone rosse dove c’è un aumento dei contagi: nella mia regione ho cambiato le regole, potevo farlo, e ho detto che farò zone rosse solo dove non si vaccinano».

Occhiuto ha ricordato che «a esempio il Comune di Platì, che ho fatto zona rossa: nonostante la Calabria stia vaccinando di più rispetto ai target dati da Figliuolo sia la prima regione per incremento di vaccinazioni, ho alcuni Comuni come Platì dove è vaccinato solo il 30% dei cittadini. È una cosa assurda».

Il presidente ha poi dichiarato: «Se non modifichiamo le regole sulla quarantena noi tra qualche settimana rischiamo di avere un Paese paralizzato. Sui positivi asintomatici – ha sostenuto Occhiuto – ripeto che dobbiamo ragionare della pandemia a oggi, non come quando non c’era il vaccino. Io inviterei a guardare a quello che ad esempio sta facendo la Spagna non con un approccio ideologico, la Spagna sta ragionando sulla possibilità di considerare il virus come una sorta di influenza endemica, non più pandemia ma endemia. La vaccinazione e ancor di più il fatto che da qui a qualche settimana saranno ancor più disponibili farmaci utili a curare il virus dovrebbero farci riflette con altre categorie rispetto a quelle che utilizzavamo quando non c’erano farmaci e vaccino. Per cui attenzione: se ragioniamo con le categorie di qualche mese fa – ha rilevato il presidente della Regione Calabria – tra qualche settimana avremo il Paese completamente bloccato». 

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