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CATANZARO – Il ciclone che ha stravolto il sistema di emergenza urgenza della provincia di Catanzaro ha lasciato un servizio devastato. Inchieste giudiziarie, indennità cancellate, stipendi dimezzati, un clima di incertezza e possibili vessazioni: tutto questo sembra avere devastato il servizio del 118 e ha lasciato le postazioni esistenti in condizioni ingestibili.
L’Azienda sanitaria provinciale prova così a correre ai ripari, nella consapevolezza che non sia più possibile garantire i soccorsi. Per questo, in una sola giornata, il direttore facente funzioni Ilario Lazzaro ha provato ad avviare una ricostruzione del sistema, quantomeno per avere l’essenziale.
Tre le delibere approvate in poche ore: la prima punta a individuare i posti vacanti per il 2021, la seconda approva l’avviso pubblico per il nuovo direttore del “Sistema emergenza urgenza del sistema sanitario”, la terza mette nero su bianco il dramma dell’intero settore e le “pezze” per riuscire a garantire il servizio almeno per quest’anno.
Intanto, l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ufficializza la cronica carenza di medici: sono 27 quelli che mancano al 118 per completare l’anno. Lo hanno dichiarato il direttore del Dipartimento di emergenza urgenza e il referente unico del Seu 118 che, è scritto in delibera, «hanno rappresentato la grave carenza di organico dei medici dell’emergenza urgenza» che «a tutt’oggi non è stata risolta nonostante le varie procedure messe in atto (incarichi a tempo determinato, concorsi pubblici, incarichi libero professionali)».
Le sirene, dunque, si sono accese nei piani alti dell’Asp di Catanzaro perché, come evidenziato in delibera, «la mancanza dei medici non consentirà, negli ultimi giorni di ottobre nonché nei mesi di novembre e dicembre, di coprire tutti i turni e, pertanto, non sarà possibile garantire la necessaria presenza del medico in ogni postazione di emergenza territoriale con grave vulnus per il servizio e per l’utenza».
Tutto quello che è stato evidenziato in questi mesi rispetto al sistema ormai collassato, è ora nero su bianco a firma del direttore Lazzaro. Ben tre postazioni territoriali operano da tantissimo tempo senza medico a bordo (Tiriolo, Taverna e Sersale), quindi “con grave vulnus per il servizio e per l’utenza”.
Decine e decine di turni nelle rimanenti Pet sono rimasti senza medico a bordo, con il solo autista e l’infermiere costretti a garantire soccorsi senza le dovute professionalità. Gli elisoccorsi, quando non sono scomparsi dai radar per finire ad operare in altre regioni, utilizzati come fossero normali ambulanze pur di garantire l’arrivo di un medico per garantire i soccorsi.
A tutto questo, la delibera 1204 ha trovato un rimedio, almeno fino al termine di quest’anno: la soluzione provvisoria è quella di consentire ai medici convenzionati, quelli a cui è stata annullata l’indennità e sono stati dimezzati gli stipendi, «di effettuare ore eccedenti rispetto all’orario contrattualmente stabilito».
In parole semplici: fare straordinario che sarà regolarmente pagato. Così, per coprire i turni di novembre e dicembre, visto che ottobre volge al termine, sono stati impegnati trenta mila euro da pagare in straordinari. Il dato che emerge dai turni scoperti fino al 31 dicembre è drammatico: 36 ore scoperte per gli ultimi giorni di ottobre; e 186 ore al mese per novembre e dicembre, a cui si aggiungono altre 100 ore mensili per coprire eventuali emergenze quali malattie o infortuni.
Il ciclone, o forse meglio parlare al plurale, che ha travolto il sistema del 118 pare proprio non avere lasciato nulla dietro di sé, con buona pace per chi, fino alla fine dell’anno, dovesse avere bisogno di chiamare un’ambulanza del 118 per un soccorso.
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