La protesta dei dipendenti del Sant'Anna Hospital
2 minuti per la letturaCATANZARO – La vertenza “Sant’Anna Hospital” è nelle mani del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri. Il faldone scottante approda sul tavolo dell’autorità giudiziaria nella forma di esposto dettato dalla rabbia dei dipendenti e e dei vertici, bloccati nella loro attività, di nuovo, dall’ennesima decisione dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro che di fatto va ad inficiare l’attività ordinaria e lascia ad attendere 34 pazienti in attesa di interventi salvavita.
L’Asp avrebbe avviato nei confronti della clinica cardiologica un pignoramento di 17,5 milioni di euro, per il pagamento dei debiti risultanti al netto dei crediti vantati. E questo dopo il diniego da parte del CdA della struttura, guidata dal presidente Gianni Parisi, alla compensazione volontaria sollecitata dalla triade commissariale.
Una scelta che significa, di fatto, congelare l’attività delle sale operatori di presidi medici perché sarebbe impossibile acquistare perfino uno spillo.
La proposta di compensazione volontaria formulata dall’Asp di Catanzaro era stata rigettata una settimana fa dal management della clinica con una lettera trasmessa a Asp, Procura, Guardia di finanza, prefetto e Corte dei conti.
I dipendenti si sono mobilitati immediatamente per esporre la gravità della situazione alla ricerca di agognate risposte, scegliendo ancora una volta la via dell’occupazione pacifica dei locali degli uffici della direzione dell’Asp a Catanzaro, ma senza poter destare l’attenzione della triade commissariale “trasferita” nella sedi Lamezia.
E se la clinica è a corto di liquidità, e quindi non ha a disposizione nemmeno le medicine essenziali per la cura, i 34 pazienti ricoverati – dei quali tre pronti per essere operati proprio ieri mattina per un intervento salvavita – presso il Sant’Anna Hospital devono essere allocati in qualche altra struttura, è giusto avvisare le massime autorità.
In Procura e Prefettura i rappresentanti della clinica ci vanno accompagnati dal consigliere regionale, Francesco Pitaro.
«L’Asp – rimarca Pitaro – ad oggi si rende incredibilmente indisponibile, al di là di ogni plausibile spiegazione, a interloquire con il consiglio di amministrazione della clinica – è stato doverosamente rappresentato alla Procura della Repubblica e al Prefetto. Alla base di tante incomprensioni persiste il vizio d’origine (deplorevole quanto anomalo e vessatorio) che fin qui ha provocato non pochi danni, ossia l’inesistenza (per responsabilità dei commissari) di un’interlocuzione leale tra i vertici della clinica e l’Asp. Ma è evidente, visto il tentativo di spargere veleno nell’ultimo miglio di una vertenza che sembrava positivamente definita, che a questo punto il contegno dei decisori pubblici va ben oltre la responsabilità amministrativa. È necessario dunque riattivare ogni attenzione pubblica sul problema – conclude Pitaro – affinché tutti indistintamente si adoperino non per distruggere, ma per salvaguardare, valorizzare e potenziare un’eccellenza sanitaria della Calabria e del Mezzogiorno. Siamo ancora in tempo».
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