Le ambulanze in fila pochi giorni fa a Cosenza
1 minuto per la letturaCOSENZA – La Calabria zona rossa fino al 21 aprile ma con un sistema di tracciamento dei contatti, già in costante indebolimento stando alle rilevazioni dell’istituto superiore di sanità, che si ferma ancora una volta nel fine settimana.
La forbice tra il giorno di Pasqua e il lunedì è consistente: 511 casi individuati tra sabato e domenica per circa 2500 nuovi soggetti testati, 197 per 1149 nuovi test invece tra domenica e lunedì. Ancora drammatico il bilancio dei morti, dieci nel report di Pasqua, altri sette in quello di ieri. Diciassette persone in totale hanno perso la vita in 48 ore. La macchina calabrese si sta inceppando nuovamente lì dove non dovrebbe, con poco più dell’82% dei contatti stretti dei positivi tracciati.
Preoccupano i posti letto
Continua a preoccupare il tasso di occupazione dei posti letto, principalmente quelli di area medica. Ieri la situazione, dati Agenas alla mano, indicava una percentuale di occupazione del 45%, a Pasqua era arrivata al 46%. In aumento e quasi vicino alla soglia critica del 30% anche il numero percentuale in terapia intensiva, ieri aumentato di due punti fino al 26%.
Il problema dei vaccini
Una situazione ampiamente prevista che si muove di pari passo con un generale problema vaccinazioni. La regione è ancora ancorata all’ultimo posto della classifica nazionale, con il ciclo degli over ottanta, 83mila circa quelli vaccinati, ancora da concludere e un aumento esponenziale della categoria “altro”, che invece ha superato le ottantamila.
Il consigliere regionale Graziano Di Natale ieri ha denunciato come «In Calabria bisogna concludere le vaccinazioni agli ultraottantenni ma vengono vaccinati, senza prenotazione, gli over sessanta. Nelle festività di Pasqua, si è scelto di vaccinare gli over sessanta, come accaduto a Vibo. Scelta priva di ogni costrutto logico».
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