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Un'ambulanza del 118 di Catanzaro

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BOTRICELLO (CATANZARO) – Un’ambulanza senza medico, la guardia medica che non può intervenire perché priva di protezioni e una donna, affetta da Covid-19, costretta ad effettuare da sola una puntura al marito svenuto in casa senza averne mai fatto prima. Sono gli ingredienti dell’ennesimo caso di una sanità in ginocchio, afflitta da un male che appare sempre più incurabile.

Il “caso” è accaduto poche sere addietro a Botricello, quando un uomo di giovane età è svenuto in casa per una crisi dettata da labirintite. La moglie da alcuni giorni è positiva al virus, quindi l’intera famiglia è in quarantena. Davanti al marito svenuto in terra, la donna ha subito allertato il 118 che ha inviato sul posto l’ambulanza della postazione di Sersale. Oltre mezz’ora di attesa prima di vedere scendere dal mezzo di soccorso un infermiere e l’autista soccorritore. I due controllano i parametri vitali e sostengono la necessità di inoculare una fiala di Plasil, visto che il malore continua.

«Il medico di base, che ci ha seguito scrupolosamente in questi giorni – racconta la donna – era fuori e non poteva purtroppo intervenire. Ha provato a insistere sulla necessità di effettuare il Plasil, ma da qui è stato l’inizio di una serie di telefonate e situazioni rocambolesche: gli infermieri si rifiutano di fare il Plasil, perché non vogliono alcuna responsabilità; chiamo in guardia medica: “Signora, non posso venire perché non ho i dispositivi di protezione”…(dopo due dosi di vaccino, con guanti e Ffp2, di fronte a uno che sta male, penso io, la vocazione di questo medico, dev’essere grande».

A quel punto, ha spiegato la malcapitata, mentre il marito continuava a stare male, «l’alternativa sarebbe stata, secondo quanto mi veniva proposto, mandare mio marito in ospedale (in tenda) per un Plasil, e poi farlo prelevare da qualcuno per riportarlo a casa, magari intorno alle 5:00 della mattina successiva».

È questa la sanità del terzo millennio, quella che dovrebbe combattere una pandemia ma non è pronta per inoculare un Plasil per bloccare un malore. In mezzo a queste esperienze, che non sono affatto isolate, c’è un territorio vastissimo che comprende l’Alto Ionio e la Presila Catanzarese. La salute di oltre trentamila abitanti è affidata a due ambulanze del 118: una nella postazione di Sellia Marina, con medico a bordo, l’altra a Sersale, da mesi senza medico. Così, la richiesta di un intervento di emergenza si trasforma in una vera roulette russa: se sei fortunato arriva l’ambulanza di Sellia Marina con il medico, altrimenti non ti resta che pregare e affidarti alla buona sorte. Nel caso della donna di Botricello, il racconto ha dell’inverosimile: «Ho deciso di fare io stessa la puntura a mio marito, reputando le piccole dolorose conseguenze di questo gesto meno gravi di una nottata infernale, passata tra spasmi e dolori».

L’appello della donna propone due riflessioni: «Se, al posto di una labirintite, mio marito avesse avuto in corso qualcosa di grave, chi l’avrebbe aiutato? Di certo, non un’ambulanza che arriva senza medico»; ed ancora: «La guardia medica, che motivo ha di occupare fisicamente il posto in ambulatorio, se di persona non interviene quando c’è bisogno? Per dare disposizioni telefoniche? Quello lo si può fare anche da casa». L’ardua sentenza spetta a commissari, presidenti, manager e amministratori vari.

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