Il Policlinico Universitario Mater Domini di Catanzaro
3 minuti per la letturaCATANZARO – Dovrebbe essere attivata oggi la terapia intensiva dedicata a malati Covid nell’ospedale Pugliese di Catanzaro. Fino ad oggi, infatti, il reparto è stato dedicato ai malati no-Covid, mentre i positivi erano ricoverati al Policlinico universitario Mater Domini.
«La rianimazione no Covid – ha spiegato il direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Pugliese Luico Cosco – verrà trasferita nella Recovery Room, vicino alle sale operatorie, mentre dove c’è adesso la rianimazione ci sarà la rianimazione Covid».
Cosco, nel frattempo, lamenta che il suo reparto è giunto a saturazione con 34 pazienti ricoverati a fronte di altrettanti posti letto. «Per poter ricoverare – ha spiegato – dobbiamo dimettere. Stiamo già preparando le dimissioni, ma si tratta di provvedimenti risolutivi momentanei, perché se ne dimetto tre e ne arrivano cinque non risolvo nulla. Un paziente è già al pronto soccorso e attende di essere ricoverato, un altro è in arrivo da un comune limitrofo e siamo a due. Stamattina dimetterò qualcuno, non so quanti. Sto tamponando come posso. Mi è stato assicurato che a giorni la situazione migliorerà e che sarà aumentata la disponibilità di posti letto».
Nel frattempo un altro grido d’allarme arriva dal del Policlinico Universitario Mater Domini di Catanzaro dove il professore Carlo Torti, direttore delle Malattie infettive ha ricordato come «dopo la prima fase, in cui abbiamo ricoverato una cinquantina di pazienti Covid della Domus Aurea e una decina da altre afferenti, hanno chiuso gli altri piani che avevamo utilizzato per questi ricoveri e anche il personale è stato dedicato ad altro».
Per poi aggiungere che «nella seconda fase ci hanno dato un emipiano con otto posti letto no Covid per ricoverare i pazienti che non avevano più posto all’ospedale Pugliese che intanto stava ricoverando i pazienti Covid perché non si possono mischiare. Poi però tutto è saltato perché i malati Covid sono aumentati e abbiamo dovuto aprire due emipiani dedicati al Covid. In uno c’è la sub intensiva con i monitor della Protezione civile, nell’altro un reparto medico».
In totale 20 posti letto, 12 nella sub intensiva e otto nella parte medica. «Questo – ha aggiunto il professore – è il massimo delle possibilità che ci hanno dato e attualmente sono tutti occupati. Ieri ci è stato chiesto di ricoverare una paziente positiva e non abbiamo potuto farlo». Un problema che non riguarda solo i pazienti positivi al Coronavirus.
Il direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico si chiede «dove potranno andare gli altri pazienti infettivologici visto che tutti i reparti sono dedicati al Covid? Questo è un altra grossa problematica, oltre all’allungamento delle liste d’attesa ambulatoriali e di day hospital. Nella mia specialità già c’è un problema perché pazienti con tubercolosi, con l’Hiv, con altre infezioni respiratorie diverse dal Covid trasmissibili come il Covid, dove vanno a finire?».
Anche sul fronte del personale Carlo Torti ha ribadito come “la buona notizia siano i continui bandi Co.co.co che vedono l’adesione dei giovani perché hanno un forte senso etico morale, c’è un problema però. Così facendo io ho personale giovane e veloce, ma che va seguito perché senza esperienza. Come dirigenti medici che possiamo dedicarci al Covid, siamo due unità universitarie, con metà del tempo da dedicare all’Università e l’altra all’assistenza. Sarebbe auspicabile per questi giovani, almeno un contratto a tempo determinato o si rischia che vadano via dopo aver acquisito esperienza. Non basta prendere delle stanze metterci dentro un letto per costruire un reparto, devi avere del personale formato». Sul fronte infermieristico invece le unità sono 13.
«Il problema – ha concluso Torti – è che bastano per questi posti letto. Se dovessero aggiungerne altri devono aumentare il personale e incentivare l’assunzione per la quale sono stati dati dei fondi che dovrebbero essere utilizzati anche per la pianificazione, perché il Covid non ci abbandonerà domani».
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