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La casa di cura "Domus Aurea"

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CHIARAVALLE (CATANZARO) – La notizia che i chiaravallesi e l’intero comprensorio delle Preserre Catanzaresi non avrebbero voluto avere potrebbe palesarsi in queste ore. Sarebbero, infatti – ma è bene dire che manca l’ufficialità – oltre una cinquantina i positivi sui tamponi effettuati a dipendenti e ospiti della casa di cura “Domus Aurea”, dopo il primo contagio accertato (LEGGI), una donna di 91 anni ora ricoverata (in condizioni di salute stabili) al reparto Malattie infettive dell’ospedale “Pugliese” di Catanzaro.

Questi sono numeri non inclusi nel bollettino già diramato dalla Regione nella giornata di ieri. Mentre ancora resterebbero da esaminare una piccola parte dei 106 tamponi effettuati a Chiaravalle mercoledì ed analizzati al laboratorio di microbiologia dell’Azienda Ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro. Anche il sindaco, tre amministratori e alcuni dipendenti sono stati sottoposti a tampone, che avrebbe dato esito negativo.

Se questi dati dovessero essere confermati dall’ufficialità, quindi, si parlerebbe di un vero e proprio “focolaio” con tutte le conseguenze della situazione: in tal caso la città dovrebbe essere “chiusa” dalla presidente della Regione Jole Santelli, così come avvenuto già per Serra San Bruno (Vv), Montebello Jonico (Rc), San Lucido (Cs), Cutro (Kr), Rogliano (Cs) e Santo Stefano di Rogliano (Cs).

Sarebbe, quindi, la prima della provincia di Catanzaro. Dopo il primo caso, il sindaco di Chiaravalle Domenico Donato aveva chiuso e messo in quarantena la struttura con 66 pazienti e una quarantina di dipendenti, provenienti da tutta la provincia di Catanzaro.

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