Un ricovero in terapia intensiva
2 minuti per la letturaCATANZARO – Sindacati e associazioni di categoria pronti a fare fronte comune per esprimere la difficoltà del sistema sanitario calabrese. In una nota è stata evidenziata la necessità che «la Regione possa essere impegnata nel creare le condizioni per affrontare, con serenità e professionalità, il rischio che la nostra terra possa far registrare picchi più alti in riferimento all’emergenza coronavirus». Il documento è stato sottoscritto da Angelo Sposato (Cgil),Tonino Russo (Cisl), Santo Biondo (Uil), Eugenio Blasi (Casartigiani), Nicodemo Podella (Cia), Francesco Rosa (Cna), Franco Aceto (Coldiretti), Alberto Statti (Confagricoltura),Francesco Napoli (Confapi), Roberto Matragrano (Confartigianato), Klaus Algieri (Confcommercio), Vincenzo Farina (Confesercenti) e Natale Mazzuca (Unindustria).
«Conosciamo, infatti – è scritto nel documento – lo stato di difficoltà in cui si agita da troppo tempo il nostro servizio sanitario regionale e, in questo momento, ci preoccupa il fatto, rimarcato anche dal presidente della Giunta regionale Jole Santelli che nelle nostre strutture sanitarie i posti di terapia intensiva siano quasi totalmente utilizzati per la copertura di casi sanitari che nulla hanno a che fare con il Covid-19. Riteniamo perciò indispensabile sollecitare il Governo ad un immediato sblocco delle assunzioni in un settore che, in Calabria, non può permettersi il protrarsi dei ritardi cronici o delle inefficienze storicizzate. Per affrontare con pronta determinatezza l’evolversi della vicenda, siamo convinti sia necessario mettere in campo un’unità di crisi per guardare con attenzione anche alle possibili ricadute economiche, occupazionali e sociali che, nell’ipotesi sciagurata di un allargamento a dismisura del contagio da coronavirus nella nostra regione, appesantirebbero un quadro già compromesso dalla crisi in cui la Calabria si dibatte da diversi anni».
«È opportuno che questa unità di crisi – si sostiene ancora nel documento – sia irrobustita dalle migliori professionalità presenti in questo territorio dalle parti sociali e da quelle produttive, al fine di mettere in campo tutte le azioni che permetteranno alla nostra regione di farsi trovare pronta nel caso di un’improvvisa esplosione dell’emergenza. Nessuno di noi vuole creare allarmismo, ma siamo convinti che solo attraverso il confronto si possa mettere al riparo questa terra, la gente che vi abita e quella che vi lavora da un fenomeno che, ad oggi, appare contraddistinguersi per un’evoluzione rapida e imprevedibile».
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