L'ex sindaco di Nocera Terinese Fernanda Gigliotti
3 minuti per la letturaNOCERA TERINESE (CZ) – Si difende anche sui social l’avvocato Fernanda Gigliotti contro la quale il Tar ha confermato – entrando nel merito dopo aver rigettato la sospensiva a dicembre scorso – l’ordine di demolizione (emesso dal commissario prefettizio il 6 giugno 2018 dopo un sopralluogo del 25 maggio 2018 scattato a seguito di un esposto anonimo quando, appunto, in questo periodo il Comune era commissariato) di un manufatto abusivo.
Una sentenza che arriva pochi giorni dopo l’annuncio della stessa Gigliotti (ma ciò è una pura casualità visto che il ricorso al Tar della Gigliotti era incardinato da tempo e oggetto già di una pronuncia di rigetto della sospensiva) di voler incontrare il procuratore Gratteri a seguito dell’inchiesta della Dda “Alibante” abbattutasi come uno tsunami sul Comune tirrenico a maggio scorso, sciolto prima per ragioni “politiche” scaturite dalle dimissioni di massa di sindaco e consiglieri (tra cui Fernanda Gigliotti) e poi per infiltrazioni mafiose.
«La paladina della legalità ha commesso un abuso edilizio» commentano sui social. E ancora: «La “paladina della legalità”, quella che «i cattivi sono sempre gli altri e mai lei», impugnò gli atti emessi dal Comune dinanzi al Tar Calabria.
Per tale motivo agli inizi del 2021 fu avviato in seno al Consiglio comunale la procedura della sua decadenza, un iter che, purtroppo, si protrasse più del dovuto a causa di un caffè “allungato” tra l’allora presidente del Consiglio comunale e “l’ex sindaca abusiva”. La stessa Gigliotti, eletta sindaco il 5 giugno 2016 con la lista civica “Ripartiamo dal Paese Che Vogliamo”, il cui Consiglio comunale era stato anch’esso sciolto per le dimissioni rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri ed il Comune fu nuovamente commissariato il 22 febbraio 2018 (il 10 giugno 2018 si tennero le elezioni comunali con Gigliotti nuovamente candidata a sindaco ma fu eletto primo cittadino Massimo Pandolfo) promette ancora battaglia rispondendo colpo su colpo con un post sulla sua pagina Facebook.
«Un tale anonimo, già indagato in centinaia di processi penali, civili, amministrativi e contabili – scrive -, già condannato in decine di processi penali per reati gravi ed inenarrabili, già assolto per intervenuta prescrizione per altrettanti reati, già condannato dalla Giustizia contabile per avere prodotto danni all’erario e al Comune di Nocera Terinese per centinaia di migliaia di euro, già imputato di primo piano in tanti altri processi per associazione mafiosa e voto di scambio, grida allo scandalo pubblicando una sentenza del Tar Calabria che mi riguarda, con la quale è stato da qualche giorno confermato che l’istanza in sanatoria da me presentata per modificare la destinazione d’uso della mia famosa ed enorme villa Hollywoodiana da “deposito” in “abitazione”, non è a loro giudizio accoglibile perché non avrei la proprietà esclusiva dell’ettaro di terreno utile al cambio di destinazione di uso, ma solo di una parte. Questi i fatti e la sintesi della sentenza. Ad ogni modo volevo rassicurare i tanti cittadini e gli amici che mi stanno scrivendo in privato, che contrariamente a quanto sostenuto da questi delinquenti, Canara Republic (dal nome che la Gigliotti ha dato all’immobile di cui una parte è oggetto della contestazione dell’abuso edilizio, ndr) resta dov’è, che la sentenza non è definitiva e che la legge mi consente di presentare una nuova istanza per rimediare alle conseguenze di quella famosa lettera anonima… Per il resto chi vivrà vedrà o altrimenti detto “aspetta ciucciu miu ca vene majiu”».
Come si ricorderà, tra l’altro, nei confronti di Fernanda Gigliotti a febbraio scorso si tenne un Consiglio comunale per dichiarare la sopravvenuta incompatibilità con la carica di consigliera comunale perché appunto con il suo ricorso al Tar era nata una lite con l’ente di cui lei era consigliera comunale.
Nel suo intervento al Consiglio comunale di febbraio scorso, rimarcò che nei giorni precedenti il deposito delle candidature, l’11 maggio 2018, venne spedita una denuncia anonima «con il chiaro tentativo di invitarmi a rinunciare alla candidatura, che ovviamente non feci». In piena campagna elettorale, il 24 maggio, il comando di Polizia municipale eseguiva sopralluogo. Ne seguì ordinanza di demolizione (6 giugno 2018, mentre il 10 giugno 2018 si tennero le elezioni e fu eletto sindaco Pandolfo) «provvedimento architettato – secondo la Gigliotti – e realizzato in mio danno per condizionarmi, intimidirmi, delegittimarmi e perseguitarmi nella campagna elettorale».
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