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I lavoratori dell'Abramo

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Il caso della fine della commessa della Tim alla Abramo Customer Care con conseguente bomba sociale per quasi 500 licenziamenti scuote la politica regionale

CATANZARO – La preoccupazione cresce. Il caso Abramo Customer Care rappresenta una “bomba sociale”, un colpo mortale alla fragile economia di un territorio che non può certo permettersi di vedere per strada 500 lavoratori, con quello che comporta per altrettante famiglie. Si sveglia il mondo della politica e delle istituzioni che dovrebbe andare oltre la semplice esternazione di allarme.

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CASO ABRAMO CUSTAMER CARE: UNA BOMBA SOCIALE PRONTA AD ESPLODERE

Intanto, i sindaci di Catanzaro, Cosenza e Crotone, Nicola Fiorita, Franz Caruso e Vincenzo Voce, oltre ad esprimere «fortissima preoccupazione» per le sorti dei quasi cinquecento dipendenti della Abramo Customer Care, messi in cassa integrazione a zero ore dall’azienda dal prossimo 1 gennaio in seguito al mancato rinnovo delle commesse da parte di TIM, fanno sapere di avere «contattato presso TIM il responsabile delle risorse umane, dottor Paolo Chiriotti e la responsabile degli Affari istituzionali Sabina Strazzullo, per verificare nell’immediato la possibilità di una proroga del contratto e per chiedere al contempo un incontro urgente alla stessa TIM, da tenersi presso il ministero del Lavoro che ci aspettiamo – scrivono – sia parte attiva nella gestione della crisi».

Cinquecento persone a zero ore rappresenterebbero «un colpo durissimo, in una regione dove gli indicatori economici e quelli relativi all’occupazione costituiscono già motivo di pericoloso allarme sociale. Il rischio di perdita secca di centinaia di posti di lavoro non può non far temere, poi, ripercussioni sugli assetti complessivi dell’azienda che potrebbero sfociare in una situazione di ben più grave portata».

BOMBA SOCIALE ABRAMO, IL SINDACO DI CATANZARO INCONTRA I SINDACATI

E, intanto, ieri mattina il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, e il presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco hanno incontrato i rappresentanti sindacali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, per confrontarsi sulla situazione. I sindacati hanno evidenziato che questa decisione del committente Tim si ripercuoterà su 493 dipendenti, tra Catanzaro, Crotone, Cosenza e Palermo, che a partire dal 1° gennaio saranno collocati in cassa integrazione a zero ore.

«Sono profondamente turbato e preoccupato per la situazione che si sta sviluppando per i nostri cittadini lavoratori a seguito della decisione di Tim di cessare il contratto con l’Abramo Customer Care. Tale scelta appare come un comportamento irresponsabile che mette in grave pericolo il sostentamento di quasi 500 famiglie, non solo a Catanzaro, ma anche a Cosenza e Crotone. Voglio assicurare ai lavoratori che non sono soli in questa battaglia. Come sindaco – ha detto Fiorita – mi impegno fermamente a stare al loro fianco e a fare tutto ciò che è in mio potere per scongiurare il rischio che queste famiglie finiscano in cassa integrazione a zero ore.
Proprio per questo, faccio appello a Tim perché attui, in tempi brevi, una proroga sul contratto. L’altro appello è a tutta la comunità politica di Catanzaro, a prescindere dalle appartenenze politiche, per unirsi in questo momento critico e sostenere i nostri lavoratori. È il momento di mettere da parte le differenze e lavorare insieme per il bene dei nostri cittadini. Non possiamo permettere che le decisioni di un’azienda abbiano un impatto così devastante sulle vite delle persone».

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE MANCUSO SCENDE IN CAMPO

Reazioni arrivano anche dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso. «Tim ascolti le istanze delle Istituzioni calabresi, a incominciare dal Consiglio regionale, e delle forze sociali, volte a ottenere una proroga del contratto commerciale per le attività della Abramo Customer Care. Pur tenendo nel debito conto le ragioni imprenditoriali, prevalga il senso di responsabilità che coniuga il profitto con gli interessi collettivi. – ha detto ancora Mancuso – Mettere in discussione il lavoro di 500 dipendenti, tra Catanzaro, Crotone, Cosenza e Palermo, per i quali si prefigura la cassa integrazione a zero ore dall’inizio del nuovo anno, è una scelta grave che, ricadendo su un’area già di per sé in difficoltà, può innescare forti reazioni sociali».

Quella di Tim per la deputata Anna Laura Orrico, coordinatrice calabrese del Movimento 5 stelle ed Elisabetta Barbuto coordinatrice pentastellata della provincia di Crotone, è stata una «comunicazione lapidaria che, proprio sotto le festività natalizie, condanna alla incertezza ed alla disperazione centinaia di famiglie, soprattutto calabresi, che su quel lavoro avevano costruito la propria dimensione, acquistato casa, contratto mutui, immaginato un futuro nella propria terra. Eppure, Tim, – proseguono le esponenti pentastellate – che tra i propri azionisti annovera anche Cassa Depositi e Prestiti, ovvero lo Stato, da un lato revoca commesse ad un’azienda in amministrazione straordinaria che prova a risanarsi e ricollocarsi nel mercato e dall’altra continua ad affidare commesse sui servizi commerciali ad altre aziende. Una circostanza che richiede l’intervento delle istituzioni».

IL MOVIMENTO CINQUESTELLE CHIAMA IN CAUSA IL MINISTRO D’URSO

Le esponenti del M5S hanno anticipato che è stata depositata una interrogazione al ministro delle Imprese e del Made in Italy D’Urso per chiedergli di salvaguardare i livelli occupazionali in aree del Paese fra le più fragili d’Europa e di occuparsi della vicenda convocando un tavolo ministeriale. Un confronto necessario – concludono Anna Laura Orrico ed Elisabetta Barbuto – al quale sarebbe auspicabile non solo la partecipazione dell’azienda committente quanto quella degli enti regionali coinvolti ed in particolare della Regione Calabria che spesso, nella lunga vicenda Abramo Customer Care, è stata la grande assente».

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