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Emergono nuovo dettagli dall’inchiesta Ostro che ha portato al blitz contro esponenti del clan Gallace culminato in 44 arresti, secondo gli inquirenti una famiglia di imprenditori avrebbe favorito la latitanza di Gallace garantendogli vitto e alloggio
GUARDAVALLE (CATANZARO) – Un colpo alla locale di ‘ndrangheta di Guardavalle, attiva a Soverato, nel Catanzarese, e con ramificazioni al Centro e Nord Italia, dedita a estorsioni, danneggiamenti, traffico di armi, violazioni in materia di stupefacenti, nonché al condizionamento della pubblica amministrazione. È quello assestato dal maxi blitz ‘Ostro’ che ha portato, oggi, all’esecuzione di 44 arresti in diverse province d’Italia.
Ai domiciliari, amministratori locali tra cui il sindaco di Badolato, il suo vice e due assessori della giunta. Tre i latitanti rintracciati e arrestati nel corso delle indagini, tra i quali figura Cosimo Damiano Gallace, 64enne, a capo del clan soveratese, catturato il 7 ottobre 2021 in un bunker realizzato all’interno di un impianto di calcestruzzo di Isca sullo Ionio, nel Catanzarese.
OPERAZIONE OSTRO, FAMIGLIA DI IMPRENDITORI FAVORIVA LA LATITANZA DI GALLACE
Le indagini hanno ricostruito, anche grazie all’analisi delle chat emerse dai criptofonini attraverso la tecnologia SkyEcc, utilizzati dagli indagati, il ruolo di una famiglia di imprenditori edili di Badolato che avrebbe favorito la latitanza di Gallace. Gli indagati avrebbero garantito vitto e alloggio in bunker, realizzati ad hoc e dotati di videosorveglianza/allarme, nonché il trasporto negli spostamenti suoi e degli stretti familiari. Il sodalizio criminale, secondo quanto scoperto dagli investigatori dell’Arma, era dedito a reati quali estorsioni e furti, nonché detenzione di marijuana, coltivazione di cannabis, detenzione e porto in luogo pubblico di armi e traffico di armi, anche da guerra, provenienti da Serbia, Montenegro e altri Paesi.
È stato, inoltre, ricostruito il presunto scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle elezioni comunali di Badolato dell’ottobre 2021 e l’ingerenza della cosca e della famiglia di imprenditori nelle decisioni dell’amministrazione. Emersa, infine, l’intestazione fittizia delle aziende dei fiancheggiatori e l’interesse della cosca alla realizzazione di un metanodotto nel Foggiano. Quote e beni mobili e immobili (tra cui due cave), due società (calcestruzzi e trasporto inerti) riconducibili alla famiglia imprenditoriale e oggetto d’intestazione fittizia sono state sottoposte a sequestro preventivo d’urgenza da parte dei militari del Comando provinciale di Catanzaro e del Ros.
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