Il computer distrutto
2 minuti per la letturaFurto e danneggiamento nella notte a danno della cooperativa sociale Ciarapanì che fa parte della rete di cooperative Progetto Sud di don Giacomo Panizza
LAMEZIA TERME – Furto e danni. Nel mirino ancora la cooperativa sociale “Ciarapanì” (che fa parte della rete di cooperative della Progetto Sud, fondata e presieduta da don Giacomo Panizza) – che gestisce i parcheggi dell’ospedale di Lamezia a ridosso del campo rom. Dalla cassa sono stati rubati 300 euro, danneggiato anche il sistema di videosorveglianza da 45mila euro. I frammenti di alcuni pezzi divelti dalle apparecchiature, sparsi a terra, segnano il percorso che dal parcheggio dell’ospedale di Lamezia Terme, va verso il limitrofo campo rom di Scordovillo.
“Come i sassolini di Pollicino – commenta Antonio Rocca, presidente della “Cooperativa sociale Ciarapanì” – ente della rete di Comunità Progetto Sud – Le tracce lasciate sono evidenti, spudorate, insinuano istintivamente il pregiudizio che qualcuno del campo rom, da sé o insieme ad altri, possa aver procurato questi ingenti danni come avviene da tempo a Lamezia Terme e Catanzaro, a Gioia Tauro e Reggio Calabria e anche altrove”.
FURTO E DANNEGGIAMENTO ALLA COOPERATIVA CIARAPANÌ
Se siffatto pregiudizio risultasse invece giudizio veritiero, fa venire spontaneo chiedersi: “Perché alcuni rom avrebbero recato così tanto danno ad altri rom lavoranti della cooperativa sociale? Sarebbe lo stesso fatto da alcuni lametini o calabresi o italiani quando causano altrettanti danni ad altri lametini, calabresi e italiani? Oppure, si tratterà di una banda criminale mista, di vari gruppi e provenienze, per come avviene nello smaltimento abusivo di pneumatici e di rifiuti inquinanti, eccetera?”
“E basta! Simili danneggiamenti economici – commenta don Giacomo Panizza – e la devastazione insensata di strumenti moderni, utili e costosi, purtroppo, ostacolano tante opportunità concrete di poter creare lavoro produttivo e cittadinanza in Calabria, anche insieme alle persone fragili. Tali crimini indeboliscono le economie delle nostre associazioni e cooperative sociali, ma non ancora l’intenzione di vivere il presente e il futuro del nostro Sud”.
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