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Morire a 30 anni dopo il parto del terzo figlio, la tragedia di Francesca Amato e le indagini della procura di Lamezia Terme per capire cosa sia potuto accadere


LAMEZIA TERME – Il 12 giugno scorso mette alla luce con il parto cesareo la sua terza figlia. Poi le dimissioni. Tornata a casa, dopo qualche giorno, Francesca Amato, 30 anni, accusa dei dolori addominali. Torna in ospedale dove i sanitari la sottopongono ad alcuni esami e la ricoverano nel reparto di Ginecologia in attesa di un intervento chirurgico.

Che la giovane donna non farà mai perché nella mattina di martedì scorso è deceduta improvvisamente. Una tragedia inspiegabile, una famiglia distrutta che ancora non riesce a darsi un perché. Un dolore misto a rabbia che si è scaricato sul personale sanitario del reparto di Ginecologia creando forti momenti di tensione al punto tale che si è reso necessario l’intervento della Polizia di Stato per riportare la calma. Una morte, dunque, senza un perché sulla quale i familiari hanno sporto denuncia tramite un legale di fiducia.

FRANCESCA AMATO, MORTA A 30 ANNI DOPO IL PARTO, LA DENUNCIA E LE INDAGINI DELLA POLIZIA

La denuncia ha ovviamente fatto scattare l’inchiesta affidata alla Polizia di Stato su delega del sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Giuseppe Falcone, titolare del fascicolo, che ha disposto il sequestro della salma e l’autopsia, nominando un medico legale (anche il legale della famiglia della donna ha nominato un consulente medico – legale che assisterà all’esame autoptico) che dovrà poi relazionare (entro sessanta giorni la relazione medico – legale dovrà essere depositata in Procura) per stabilire la causa del decesso e, soprattutto, se emergono delle responsabilità da parte dei medici che hanno avuto in cura la donna.

L’autopsia, insomma, dovrà determinare se ci sia stata o meno negligenza e/o imperizia da parte dei medici del reparto di Ginecologia che hanno curato la paziente sia durante il parto che dopo quando è stata ricoverata in attesa di un intervento chirurgico. In attesa, tutta la città e in particolare la  comunità rom di Lamezia, di cui la donna faceva parte, è sgomenta per l’assurda e, allo stato, inspiegabile morte della trentenne.

LE PRECISAZIONI DELL’ASP

La trentenne deceduta aveva rifiutato il ricovero due settimane dopo il parto, successivamente è stata ricoverata rifiutando l’intervento chirurgico. Lo precisa l’Asp di Catanzaro in merito alla morte di Francesca Amato. Dopo alcuni giorni, la donna è tornata in ospedale perché avvertiva dolori all’addome, ricoverata per esami e morta la mattina di martedì scorso.

“La signora – scrive l’Asp in una nota – ha partorito in data 12 giugno con taglio cesareo. Il decorso postoperatorio è stato regolare e la Signora è stata dimessa regolarmente in terza giornata con le prescrizioni terapeutiche mirate alle sue situazioni cliniche. Il 27 giugno – prosegue l’Asp – la signora giunge in Pronto Soccorso etichettata con codice verde. Le valutazioni specialistiche eseguite mostrano una infezione a livello della ferita, a seguito della quale si propone il ricovero che la Signora rifiuta. Prima di lasciare l’ospedale, accetta la somministrazione di un antibiotico. Il giorno 28 la signora torna in Pronto Soccorso, dove si rileva un peggioramento dell’infezione locale, a causa del quale la paziente viene ricoverata. Nei giorni successivi si procede agli approfondimenti diagnostici inclusa medicazione e drenaggio del sito infetto”.

LE IPOTESI CONCLUSIVE DELL’ASP

“La mattina del 2 luglio la signora chiedeva la dimissione, mentre le evidenze generate dagli approfondimenti diagnostici suggerivano la necessità di una revisione chirurgica della ferita. Anche questa opzione terapeutica veniva rifiutata dalla signora, nonostante il confronto intervenuto anche con i chirurghi. Prima del decesso, avvenuto in modo improvviso, la paziente aveva ricevuto la visita di una amica che si era trattenuta circa 10 minuti, intorno alle ore 14; Alle 14.10 si verificava la crisi che ha portato al decesso nonostante le manovre rianimatorie attivate”. Per l’Asp “le ipotesi sulle cause che hanno portato al decesso della paziente sono diverse, già ipotizzate nell’audit, e facilmente verificabili da parte dell’Autorità Giudiziaria”. Sul caso, come si ricorda, la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta.

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