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Operazione dei carabinieri a Catanzaro: 38 indagati (16 dei quali finiti in carcere) per traffico di droga e corruzione, c’è anche l’ex direttrice del penitenziario


CATANZARO – I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catanzaro e il Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria hanno eseguto l’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, nei confronti di 38 indagati. In particolare, 16 in carcere, 10 ai domiciliari, 5 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 7 sospensioni dall’esercizio delle funzioni.

DROGA E CORRUZIONE A CATANZARO, TRA GLI ARRESTATI L’EX DIRETTRICE DEL CARCERE

Tra le persone arrestate nel blitz anche Angela Paravati, ex direttrice della Casa Circondariale Ugo Caridi di Catanzaro. Arrestati oltre a Paravati, anche Simona Poli, 46 anni, e Franco Cerminara, 57 anni, rispettivamente, comandante e assistente capo della polizia penitenziaria. L’arresto per la dirigente, in carica dal 2010 al 5 settembre 2022, muove da accuse gravissime. Avrebbe, infatti, favorito «l’introduzione e cessione in carcere di sostanze stupefacenti». Ma anche «l’introduzione e cessione in carcere di dispositivi telefonici, fornendo, attraverso condotte omissive e commissive, un contributo concreto, specifico e volontario alla conservazione e al rafforzamento delle capacità operative delle associazioni». Il tutto per ottenere «una agevole governabilità dell’istituto penitenziario e far apparire, all’esterno, l’istituto di Catanzaro come ben gestito così da garantirsi una agevole camera».

Un quadro inquietante l’ha definito il procuratore vicario di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, che ha specificato però che «il sistema penitenziario ha dimostrato comunque di avere al suo interno gli strumenti per assicurare il rispetto delle regole e della funzione istituzionale a sostegno dei detenuti e questo ci rassicura».

LE ACCUSE MOSSE AGLI INDAGATI

Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e all’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, concorso esterno in tali associazioni. Nonché istigazione alla corruzione, corruzione anche con l’aggravante mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, procurata evasione, falso e truffa ai danni dello Stato.

Tornando a Paravati inoltre gli inquirenti contestano «da tempo la piena consapevolezza dell’operatività all’interno del carcere di un vero e proprio sistema». Sistema «gestito da detenuti, poliziotti penitenziari e soggetti operanti all’esterno. Avente ad oggetto lo spaccio di sostanze stupefacenti e l’introduzione e la cessione di telefoni cellulari». Tutto nascosto «all’interno dei pacchi per i detenuti ovvero introdotti da appartenenti alla polizia penitenziaria infedeli, avendo ricevuto segnalazioni in tale senso».

L’ex direttrice, per la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere è accusata, tra l’altro, di avere favorito, nel marzo del 2022, in concorso con altri due indagati, l’evasione di un detenuto.

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