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FIRENZE – La Dda di Firenze ha concluso le indagini per 13 soggetti coinvolti in una delle tre inchieste che il 15 aprile 2021 portarono a 23 arresti nell’ambito di presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana, relative, tra l’altro, al controllo dei lavori di movimento terra nel cantiere per realizzazione del lotto V della strada 429 e all’illecito smaltimento dei rifiuti delle concerie di Santa Croce sull’Arno (Pisa) denominati Keu in molti siti della regione.
Tra i 13 per cui si concludono le indagini alcuni sono ritenuti contigui alla cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro), inoltre ci sono due imprenditori riconducibili a un’azienda del Mugello e un dipendente della Regione Toscana che all’epoca dei fatti era dipendente del Genio civile del Valdarno Superiore.
I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere, illecita concorrenza ed estorsione aggravate dal metodo mafioso, corruzione, detenzione e spaccio di stupefacenti.
L’inchiesta, coordinata dal pm Eligio Paolini, è relativa tra l’altro alla presunta estromissione di un imprenditore dai lavori di movimento terra nel cantiere del lotto V della strada 429: l’uomo sarebbe stato minacciato da soggetti vicini alla cosca Gallace per far subentrare l’azienda del Mugello. Le minacce sarebbero avvenute a Pontedera (Pisa) nella ditta di Francesco Lerose, imprenditore calabrese arrestato nell’aprile 2021 nell’ambito della stessa inchiesta.
Il dipendente del Genio civile è accusato di corruzione perché avrebbe ricevuto vantaggi economici, tra cui lo sconto per una vacanza in Calabria, in cambio di favori nell’assegnazione di lavori commissionati dalla Regione Toscana.
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