Roberto Petrella
2 minuti per la letturaCATANZARO – La polizia di Stato di Catanzaro ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura per il reato di omicidio colposo nei confronti di un medico ginecologo, Roberto Petrella, già noto come medico no vax e destinatario di un provvedimento non definitivo di radiazione da parte dell’Ordine dei Medici di Teramo.
L’ipotesi d’accusa è che il ginecologo non abbia effettuato una corretta diagnosi e non abbia apprestato il necessario trattamento terapeutico su un paziente, residente in Campania, con gravissime e molteplici patologie pregresse (cardiopatia con acuzie di infarto nel 2007, ipertensione, ipercolerestolemia, diabete, problemi di prostata), poi deceduto per un infarto del miocardio, e lo abbia “curato” con pratiche non riconosciute dalla scienza medica a base di funghi, procrastinando il ricovero ospedaliero ed impedendo l’attivazione di idonee terapie salvavita.
Il giorno prima del decesso, avvenuto in Campania, secondo quanto si è appreso, la moglie dell’uomo aveva chiamato il medico che le aveva sconsigliato di portarlo in ospedale suggerendole nuovamente una cura alternativa.
L’indagine dei poliziotti della Digos ha preso avvio dall’attività di intercettazione svolta sull’utenza telefonica del sanitario, nell’ambito di un diverso procedimento instaurato a suo carico presso la Procura di Catanzaro. Proprio da queste intercettazioni è emersa la vicenda del paziente campano.
La Procura ha quindi chiesto l’emissione di un provvedimento urgente per evitare la reiterazione del reato e il Gip, pur dichiarandosi incompetente per territorio, ha accolto la richiesta trasferendo il fascicolo presso il tribunale di Teramo. Le esigenze cautelari poste alla base del provvedimento coercitivo sono state desunte dal Gip dalla non occasionalità della condotta del sanitario, che ha sollecitato cure alternative alla medicina “ordinaria”, prive di validità scientifica, anche in relazione ad una paziente affetta da Covid19, dando esecuzione ai numerosi proclami antiscientifici diffusi sul suo profilo Facebook, con ampio seguito. Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari.
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