Michele Bentornato
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – In un primo momento avrebbe negato di essere sottoposto a estorsione, dichiarando che Michele Bentornato si sarebbe recato nel suo negozio per l’acquisto di pezzi di ricambio, poi – contestategli le intercettazioni, avrebbe ammesso di essere vittima di estorsione.
E così i poliziotti della Squadra mobile di Catanzaro e della Squadra investigativa del commissariato di Lamezia sorprendevano Michele Bentornato, 36 anni, detto “bagnera”, già coinvolto nell’operazione “filo rosso”, all’uscita dell’esercizio commerciale con ancora indosso il denaro (400 euro in banconote da 50 euro, risposte in una busta occultata all’interno di uno scatolo contenente un filtro d’aria).
Scattava quindi l’arresto di Bentornato accusato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose visto che dopo la convalida dell’arresto da parte del gip di Lamezia, Emma Sonni, gli atti venivano trasmessi per competenza alla Dda di Catanzaro.
Le intercettazioni sono state poi riscontrate con l’ammissione del titolare del negozio di autoricambi, il quale riconosceva agli investigatori della Mobile e del commissariato di aver ricevuto richieste estorsive da Bentornato, che si sarebbe presentato più volte presso l’esercizio commerciale come mandante di Vincenzo detto “u camaciu”, cognato del “professore” (Francesco Giampà, storico capo dell’omonima cosca).
Il titolare del negozio – secondo quanto emerso nel corso delle indagini – avrebbe precisato agli investigatori che le richieste di denaro erano volte a garantirgli «tranquillità». Fortemente intimorito dalle richieste estorsive, dopo aver temporeggiato per qualche giorno, si sarebbe deciso a consegnarli la somma di 400 euro nelle modalità indicate da Bentornato.
In particolare, a fronte della preoccupazione mostrata dalla parte offesa di poter essere avvicinato anche da altre persone per analoghe richieste estorsive, quali tali “Pupello”, nonché alla richiesta di titolare del negozio di autoricambi di ritardare fino a ferragosto la consegna del denaro, Bentornato avrebbe proferito nei confronti del titolare dell’attività commerciale (secondo quanto emerge dalle intercettazioni ambientali eseguite dagli investigatori): “io te l’ho detto com’è la situazione, chi viene viene, tu vieni da me che io glielo, te li ho dati e vedi di non rompere più i coglioni, perchè a lui l’ho detto vedi a lui poi non devono rompere i coglioni… io te l’ho detto, se tu vuoi, quando li vedo, te li porto pure qua, parli tu con lui, vi mettete d’accordo… però loro vedono, non hai capito come funziona, lo vedono, il capannone quello quell’altro… racimolagli questi così se c’è qualcosa me lo mandi a dire che poi glielo dico… “volevano fare il danno”… Lo sai come funzionano queste cose”.
E ancora, riferendosi a Vincenzo detto “u camaciu”: “suocero tuo, non lo conosce? Finora glieli ha dati” spiegandogli infine come confezionare il denaro: “li chiudi in un filtro, ci metti la colla, io nemmeno li voglio vedere”.
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