Mimmo Tallini
3 minuti per la letturaCATANZARO – Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, di 68 anni, di Forza Italia, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. L’indagine che ha portato all’arresto di Tallini riguarda i suoi presunti rapporti con la cosca Grande Aracri della ‘ndrangheta.
LA SCHEDA: MIMMO TALLINI, IL DEUS EX MACHINA DI CATANZARO
Tallini, dunque, avrebbe fornito al clan Grande Aracri, pur non facendone organicamente parte, «un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell’associazione stessa». Lo scrivono gli inquirenti negli atti dell’inchiesta. Tallini, sempre secondo l’accusa, avrebbe promesso e assicurato, in cambio del sostegno elettorale, la sua disponibilità nei confronti del sodalizio. In qualità di assessore regionale si sarebbe adoperato intervenendo al fine di velocizzare l’iter di costituzione del Conosrzio Farma Italia e della società Framaeko srl, attive nel settore della commercializzazione dei farmaci da banco. Il clan lo avrebbe sostenuto in occasione delle elzioni regionali del 23 novembre 2014.
L’operazione tra affari e legami politici
Le persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Farmabusiness” sono diciannove. Il provvedimento nasce da due attività investigative convergenti, sviluppate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e del Nucleo Investigativo di Crotone, dirette e coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio.
Le indagini hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell’area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest’ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca.
TALLINI TRA GLI IMPRESENTABILI E LO SCONTRO CON MORRA
L’operazione è stata condotta dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 indagati, nelle province di Catanzaro Crotone e Roma, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
IL VIDEO DELL’OPERAZIONE CONTRO LA COSCA GRANDE ARACRI
In particolare, gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri, e documentare la realizzazione da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità, di una rilevante progettualità imprenditoriale tesa al reimpiego dei proventi illeciti della cosca, attraverso la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, 2 in Puglia e una in Emilia Romagna).
E’ stato accertato, inoltre, il supporto fornito alla consorteria, specie nella fase di avvio della progettualità, di Mimmo Tallini, il cui intervento, contraccambiato anche con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014, è stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico iniziale per ottenere le necessarie autorizzazioni.
IL SUMMIT INTERCETTATO DAGLI INVESTIGATORI
E’ emerso infine il ruolo di professionisti e imprenditori nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse. Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, tanto riconnessi alla realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale del sodalizio, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi.
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