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Nicoletta Nisticò e Cristina Fazio

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CATANZARO – In questi giorni, se entrando in un’attività di ristorazione di Catanzaro, chiedi ad una cameriera “Posso farti una domanda?”, l’argomento si intuisce e la risposta anche: sorridono, le cameriere di Catanzaro, strette nelle proprie divise spesso scure. Difficile sapere come sono vestite fuori dalle ore lavorative, perché la maggior parte è stretta in una rigorosa divisa scura che spesso non riesce a sminuirne la femminilità. La battuta infelice del direttore de “Il Giornale” Vittorio Feltri, che parlando dello stile della neo europarlamentare Ilaria Salis al suo esordio in aula l’ha paragonata ad una «cameriera di Catanzaro, proprio la cosa più bassa che si possa immaginare» (LEGGI), non merita nemmeno di essere commentata. E questo lo pensano tutte, solo guardandoti negli occhi e sorridendo.

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Le ore scorrono con la professionalità e la dignità che tutti i mestieri richiedono, e deposti grembiuli tornano a fiorire, ciascuna con il proprio stile, al passo con i tempi e con le occasioni. Perché Catanzaro è una città civile, anche se Feltri forse non lo sa. Graziella Pugliese lavora come cameriera al Bar “Piazza Roma”, e sono 24 anni che svolge questa professione. Per lei, questo non è solo un lavoro, è una vocazione. «Mi piace fare questo lavoro per il contatto con il pubblico», racconta con un sorriso. Anche nei giorni in cui non si sente bene, Graziella trova la forza di andare al lavoro perché lo ama profondamente. «A differenza di tanti altri che lo fanno solo per i soldi, io lo faccio per passione», aggiunge con orgoglio. Il suo impegno quotidiano e la dedizione al servizio sono testimoni di una professionalità che merita rispetto e ammirazione.

Graziella Pugliese

Cristina Fazio è una new entry nel mondo della ristorazione, avendo iniziato a lavorare tra le cameriere solo recentemente nell’attività di famiglia: la pizzeria “Mozzafiato” sulla Bellavista di Catanzaro. E mutuando lo slogan dell’attività – “niente è come esserci” – “servire” una pizza come vuole la tradizione, non è solo un lavoro ma è un contributo a rendere la città accogliente e “nutrire” lo spirito della comunità. Ed è una delle declinazioni dell’attività delle cameriere. Cristina – laureata in lingue – vede il suo lavoro come una preziosa opportunità di crescita personale e professionale. «È un lavoro piacevole, sono sempre a contatto diretto con il pubblico, è formativo e costruttivo», spiega. La battuta infelice di Feltri non la tocca: «L’indifferenza è la migliore delle armi», conclude con serenità.

Sempre alla pizzeria “Mozzafiato” lavora Nicoletta Nisticò, che ha scelto la carriera di cameriera otto anni fa e non si è mai pentita della sua decisione. «È un bel lavoro», afferma. «Mi piace avere contatto con il pubblico, soprattutto quando arrivano i bambini. Vederli al tavolo è una cosa piacevole e carina». Nicoletta ribadisce che non c’è nulla di male nel fare la cameriera. Al contrario, considera il suo lavoro una fonte di soddisfazione personale e professionale. Alle parole di Feltri risponde con una saggezza inaspettata: «Forse lui ha avuto a che fare con meno persone rispetto a noi, viste le parole che ha usato».

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