Gennaro Pulice
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La storia di Gennaro Pulice, killer con due lauree (giurisprudenza e scienze giuridiche) e numerose attività da imprenditore
LAMEZIA TERME – «I tuoi racconti alle forze dell’ordine sono serviti per far venire a galla delle verità, ma avrei creduto ad un “pentimento” se avessi raccontato prima le verità e non dopo essere stato arrestato».
Raffaele Ventura si rivolge così in una lettera a Gennaro Pulice, collaboratore di giustizia, killer di Gennaro Ventura che da carabiniere testimoniò in un processo determinando la condanna del cugino di un boss. Che si vendicò ordinando a Gennaro Pulice l’eliminazione del carabiniere Gennaro Ventura.
L’ORDINE DI UCCIDERE GENNARO VENTURA
Quell’ordine di uccidere è costata una condanna a 30 anni di carcere divenuta definitiva a gennaio 2021 per Domenico “Mimmo” Cannizzaro. Mandante dell’omicidio del carabiniere e fotografo Gennaro Ventura, vittima del dovere a cui ad agosto del 2021 gli è stata intitolata una piazzetta. Un omicidio legato ad una vendetta.
A rivelare il mandante il killer del carabiniere, il collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, condannato definitivamente a 7 anni e 8 mesi in appello, una sentenza che amareggiò molto i familiari di Ventura. La svolta alle indagini a luglio 2015 (dopo un primo procedimento archiviato) dopo le rivelazioni di Gennaro Pulice. Questi, a quasi 20 anni dall’omicidio, un mese dopo essere finito in carcere nell’ambito dell’operazione Andromeda, rivelò il nome del mandante e il movente. Indicando Cannizzaro come colui il quale ordinò l’eliminazione di Ventura per vendetta. La vittima, da carabiniere in servizio a Tivoli, fece arrestare e condannare nel 1991 (per una rapina di un quantitativo di droga da un laboratorio di un perito chimico a Roma), Raffaele Rao, cugino di Cannizzaro.
L’OMICIDIO DI GENNARO VENTURA
Ventura fu ucciso all’età di 28 anni, il 16 dicembre 1996 e i resti furono ritrovati il 25 aprile 2008 in un vecchio casolare di campagna di località Carrà-Frasse in una cisterna sotto il pavimento utilizzato per la vendemmia. Gennaro Pulice raccontò di aver attirato Ventura in una trappola per ucciderlo in quel vecchio casolare. Ventura, nel primo pomeriggio del 16 dicembre 2016, andò via dal suo studio fotografico con l’auto di Pulice, una Fiat Panda, portandosi con sé due macchine fotografiche poiché aveva un appuntamento con Pulice per un servizio fotografico.
Le indagini successive alla scomparsa di Ventura riuscirono a individuare la persona che aveva l’appuntamento quel pomeriggio del 16 dicembre 1996 con Ventura (appunto Gennaro Pulice) che però quando fu sospettato dichiarò di non averlo incontrato e quindi di averlo atteso invano davanti il suo studio. Pulice viene arrestato a maggio 2015 (a Serravalle Scrivia dove risiedeva) nell’ambito dell’operazione “Andromeda” e un mese dopo si pente questa volta rivelando di essere stato lui ad uccidere Ventura (e non solo) con due colpi di pistola in testa, gettando poi il corpo del fotografo in una botola per la fermentazione del mosto.
Il cadavere di Ventura fu rinvenuto per caso dal proprietario di quel vecchio casolare che, dopo averlo acquistato, scoprì i resti di Ventura mentre faceva un sopralluogo per iniziare dei lavori di ristrutturazione.
L’OMICIDIO DI SALVATORE BELFIORE
Pulice confessò altri omicidi, il primo notte fra il 23 e 24 maggio del 1994 quando aspettò sotto casa Salvatore Belfiore e lo uccise con un fucile caricato a pallettoni (all’epoca Pulice era minorenne).
Pulice disse di aver ucciso Belfiore perché nel 1984 Belfiore avrebbe fatto da specchietto all’omicidio di suo padre. Poi altri omicidi da spietato killer della cosca Cannnizzaro – Daponte affiliata con gli Iannazzo (come quello del ventenne Antonio Dattilo, scomparso il 12 maggio del 1996, 7 mesi prima la scomparsa e l’uccisione di Ventura) i cui resti furono fatti ritrovare a giugno 2015 da Pulice a poca distanza da dove furono ritrovati i resti di Ventura.
PULICE KILLER MA ANCHE IMPRENDITORE CON TANTO DI LAUREE
Ma Pulice non era solo un killer. Era anche altro. Laureato in Giurisprudenza e Scienze giuridiche, era molto attivo con varie attività imprenditoriali che andavano dal settore immobiliare, all’edilizia alla consulenza legale sia in Italia che all’estero (Las Vegas, Slovenia, Qatar, Svizzera) e anche con una lavanderia in un centro commerciale a Serravalle Scrivia, una società di consulenza denominata Pulice Consulting, un negozio di mobili a Lugano con studio di progettazione (“Ambienti Service SA”) e proprietà immobiliari a Lamezia, Lucerna e Lugano e proprietà intestate a società di cui Pulice possedeva delle quote societarie.
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