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La cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Catanzaro

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CATANZARO – Non solo numero esiguo dei magistrati a Catanzaro, ma anche carenza di organico negli uffici di Corte d’appello, Procura e Tribunale: sono questi alcuni dei decennali problemi del distretto giudiziario del capoluogo di regione, evidenziati assieme ad altri dati nella relazione firmata dalla presidente facente funzioni della Corte d’appello di Catanzaro, Gabriella Reillo, che ha aperto la cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario, svoltasi ieri mattina nell’aula magna del Palazzo di giustizia. Problemi presenti da almeno 30 anni, nel distretto giudiziario catanzarese, e nonostante le tante richieste fatte nel tempo, il gap resta insoluto come l’aumento di organico necessario, promesso solo sulla carta.

Solo facendo riferimento alla magistratura, in organico e in apertura di anno giudiziario mancherebbe all’appello il 28% dei magistrati «per mancata risposta agli interpelli o per il susseguirsi dei trasferimenti». Secondo quanto sottolineato dalla presidente Reillo e dal procuratore generale Giuseppe Lucantonio, nell’anno appena trascorso è migliorata la produttività dei Tribunali nel settore civile, sono aumentati i procedimenti per reati di ‘ndrangheta, ma resta allarmante la delinquenza che coinvolge i più giovani. E facendo riferimento agli effetti della riforma Cartabia, al momento non sono ancora valutabili i suoi effetti.

«Nel nostro distretto, così come in tutti quelli del Sud, si registrano da almeno 30 anni i medesimi problemi: gli aumenti di organico rimangono sulla carta per mancata risposta agli interpelli o per il susseguirsi dei trasferimenti, la varianza resta regolarmente stabile. Vi è simmetria tra nuovi ingressi di magistrati in prima destinazione e trasferimenti. Il risultato è un movimento migratorio costante in uscita e in entrata di magistrati ordinari in tirocinio, con scarti temporali che creano rilevanti disfunzioni. Il turn over risulta particolarmente incidente nei tribunali di Catanzaro e in quello di Vibo Valentia», ha evidenziato la presidente Reillo. «La Corte d’appello – ha proseguito la Reillo nel suo discorso di apertura dell’anno giudiziario – ha registrato nel periodo di riferimento una scopertura dell’organico del 25%, aumentata negli ultimi mesi di oltre il 28%, dato l’ulteriore trasferimento in altre sedi di tre consiglieri. Problemi che stupisce rimangano immutati senza neanche l’accenno di un progetto di riduzione. Nonostante ciò i Tribunali continuano a registrare un andamento positivo rispetto agli obiettivi del Pnrr e la Corte d’appello, pur in assenza di 9 consiglieri su 32, è riuscita a mantenere una clarence rate del civile molto prossimo a 1 (parità tra affari sopravvenuti e evasi) e ha definito 1.089 processi penali in più rispetto allo scorso anno giudiziario, tra cui “Rinascita Scott” in abbreviato».

Ed ancora, «Va però sottolineato che questi risultati sono frutto dell’impegno dei singoli magistrati, dei funzionari dell’Ufficio del processo, del personale amministrativo, che hanno reagito raddoppiando gli sforzi lavorativi con ciò dimostrandosi la falsità della vulgata secondo cui tempi lunghi di definizione e arretrato dipenderebbero dalla scarsa laboriosità dei magistrati, del personale o dalla completa disorganizzazione degli uffici giudiziari. Non è un caso che i magistrati italiani risultino da anni i più laboriosi rispetto ai loro colleghi europei. Ma questa situazione non può rimanere invariata perché è insostenibile. Il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr non solo è una necessità per la crescita economica dell’Italia e la sua credibilità sui mercati, ma un’occasione storica per la giustizia che per la prima volta, dopo decenni, si trova a non dover far fronte alla mancanza di investimenti adeguati».

Diretto nel suo intervento, anche il procuratore Lucantonio, che ha posto l’attenzione su quanto è stato difficile e complesso il lavoro nel distretto catanzarese, paragonando il tutto ad una mission impossible. Oltre ad aver messo l’accento sul dato allarmante del progressivo aumento dei delitti di criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetistico, che sempre più coinvolge i minori «sia nella forma associativa che in quella estrinsecantesi nei delitti aggravati dal metodo mafioso». «Sono stati coperti alcuni posti vacanti in alcune Procure, questi nuovi magistrati rappresentano una speranza per questo territorio. Ma quelli che erano al fronte finora, purtroppo, tra poco ripartiranno. Il distretto di Catanzaro, numericamente, è quello più esteso e complesso, ma a Reggio per esempio i magistrati sono di più. Capisco le logiche anche politiche, ma non capisco perché qui questo non si sia fatto».

Ha proseguito il pg, facendo di seguito una richiesta ben precisa sia cal Csm che al ministero della giustizia: «Al Csm la sollecita nomina dei direttivi e dei semidirettivi; la costante, solerte e adeguata copertura degli organici degli Uffici Giudiziari del Distretto, caratterizzati da un permanente e gravosissimo fenomeno di turn-over, magari anche attraverso il sapiente utilizzo degli incentivi per le sedi più disagiate o critiche». La richiesta è anche «Al ministero della Giustizia di sanare le insufficienze degli organici del personale amministrativo (imprescindibile ausilio ad un corretto ed efficiente esercizio della giurisdizione) e delle quasi “inesistenti” sezioni di polizia giudiziaria; di proseguire nella già avviata costruzione di piattaforme di lavoro informatico/digitali utili, moderne, funzionanti, aggiornate e adeguate alle esigenze cui sono preposte, formando adeguatamente chi le deve utilizzare; infine, ma assai rilevante, una convinta e decisa rivisitazione delle Sedi giudiziarie e delle piante organiche di molti uffici giudiziari, sottodimensionate rispetto agli effettivi carichi di lavoro».

A rappresentare il Csm e il Ministero c’erano, rispettivamente, Antonio Laganà e Massimo Parisi. «Anche se abbiamo fatto molto, possiamo dare molto di più. – ha affermato Laganà nel suo intervento – Tre sono gli obiettivi che si è dato il Csm e cioè di essere vicini tangibilmente ai magistrati; dare un’immagine rinnovata del ruolo e cooperare con gli altri organismi. E ci stiamo impegnando riducendo ad esempio i tempi nelle risposte ai quesiti; sollecitando gli iter per i concorsi e consolidando il messaggio che la magistratura non è solo produttività perché ogni fascicolo trasuda sofferenza per chi vi è coinvolto e come tale va trattato, si tratti di un penale come di un semplice danneggiamento civile. In questi anni abbiamo capito che la criminalità che agisce al Nord non mette in discussione lo Stato mentre qui la ‘ndrangheta non lo riconosce. Ecco perché il Distretto di Catanzaro non può essere catalogato come gli altri perché qui ogni giorno si fa la lotta all’ anti-Stato».

Per Parisi, il 2024 dovrà essere l’anno delle conferme: «Sono in corso molti investimenti che lo scorso anno hanno già prodotto evidenti miglioramenti. Gli sforzi di questo 2024 dovranno confermarli, e stiamo lavorando ad un piano assunzioni, all’edilizia, alla digitalizzazione oltre che a migliorare la condizione nelle carceri». Infine, «Dobbiamo onorare il patto con l’Europa per i fondi Pnrr, oltre che le esigenze di una riforma più volte sostenuta dal Presidente della Repubblica».

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