La protesta davanti al carcere "Ugo Caridi" di Catanzaro
1 minuto per la letturaCATANZARO – Da parte delle istituzioni un silenzio assordante e il personale di polizia penitenziaria dell’Istituto Penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro lasciato completamente solo a gestire una struttura in cui rischia di essere minato ogni tentativo di mantenere ordine e sicurezza.
Questa la denuncia che si leva dai manifestanti che hanno presidiato di fronte ai cancelli dell’Istituto penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro, accompagnati dalle sigle sindacali Sappe, Osapp, Uilpa PP, Sinappe, Fns Cisl, Uspp, Cgil e Cnpp.
Non è infatti bastata la rivolta che domenica ha coinvolto decine di detenuti e procurato il ferimento di tre agenti, né tantomeno le aggressioni del mattino successivo nei confronti di altri due agenti, per far partire le adeguate contromisure.
Nell’Istituto, denunciano i sindacati, ci sarebbe infatti un ammanco di organico dell’ordine dei 150 agenti oltre che un surplus di detenuti psichiatrici. A fronte di 8 posti in reparto ATSM sono più di 80 i detenuti di questo tipo ospitati da una struttura che si è vista dunque costretta a detenerli all’interno di reparti ordinari e senza l’adeguato supporto sanitario data la presenza di soli 5 medici per una popolazione detenuta totale paria a 640 unità.
«Lo abbiamo detto in tutte le salse – ha dichiarato il segretario regionale Uila PP, Salvatore Paradiso – il problema è di competenza regionale, nazionale e politica ma tutti si stanno disinteressando mentre una intera comunità sta vivendo un dramma e noi chiediamo solo di poter svolgere in nostro lavoro nelle condizioni adeguate».
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