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Il caso della sicurezza all’aeroporto di Lamezia diventa un’interrogazione: chiedono risposte a Occhiuto i consiglieri Mammoliti e Lo Schiavo


LAMEZIA TERME – Le indiscrezioni, secondo cui si sarebbe verificata una falla nei giorni intorno a ferragosto nella sicurezza del più importante degli aeroporti calabresi, lo scalo di Lamezia Terme, dove un agente infiltrato, incaricato di testare la sicurezza aeroportuale, sarebbe riuscito a superare senza difficoltà i varchi di controllo, hanno ora comportato interrogazioni al presidente della giunta regionale da parte dei consiglieri regionali Raffaele Mammoliti del Pd e Antonio Lo Schiavo del gruppo misto sul rispetto dei protocolli di sicurezza all’interno degli aeroporti calabresi.
Mentre l’Enac, che ha il compito di vigilare affinché i requisiti richiesti all’atto della certificazione siano mantenuti con continuità nel tempo, finora non si è pronunciata.

Per Mammoliti «il rispetto dei protocolli di sicurezza all’interno dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme pone alla classe dirigente e a chi ha responsabilità legittimi interrogativi che vanno adeguatamente approfonditi per fugare ogni minimo dubbio. Chiederò al gruppo Pd in Consiglio di promuovere con OOSS e attori competenti un focus sulla situazione relativa al processo di rafforzamento del sistema aeroportuale calabrese».

SICUREZZA AEROPORTO DI LAMEZIA, LO SCHIAVO: «ACCERTARE IL LIVELLO DEI CONTROLLI»

Per Lo Schiavo «occorre accertare al più presto e senza margini di errore se i controlli di sicurezza all’aeroporto internazionale di Lamezia Terme rispondano agli standard richiesti o se vi siano (o vi siano state) falle nel sistema. Le notizie rispetto alla permeabilità dei controlli dell’area imbarchi del principale scalo calabrese descrivono un quadro inquietante».
L’amministratore unico di Sacal spa Marco Franchini attesta invece che «nessuna falla (si è verificata) nei sistemi di sicurezza dell’aeroporto di Lamezia Terme, né in quelli degli altri scali calabresi, poiché era in corso un’esercitazione di routine. Esercitazioni effettuate per testare nuovi protocolli di sicurezza e nuove tecnologie utilizzate per eludere i controlli, e per addestrare le guardie giurate neo assunte che devono occuparsi delle verifiche pre imbarco. Una procedura assolutamente normale che si verifica in tutti gli scali italiani e internazionali».

Un fatto clamoroso che ha sollevato il problema della vigilanza negli aeroporti calabresi, finora assicurata attraverso l’ottemperanza alle regole e agli indirizzi validati dal Programma Nazionale Sicurezza in capo all’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac).
Nonostante tali attività siano regolate da un rigido protocollo e secondo un principio di riservatezza, le indiscrezioni sarebbero circolate a causa, probabilmente, di una serie di colpi inferti a suon di carta bollata tra la ditta arrivata seconda nella gara per l’aggiudicazione dell’appalto per l’affidamento con offerta economicamente più vantaggiosa del servizio di sicurezza e controllo passeggeri in partenza, del relativo bagaglio a mano e del 100% bagagli da stiva, da effettuarsi nell’ambito dell’aeroporto di Lamezia Terme, di Reggio Calabria e di Crotone, per un periodo di tre anni, oltre a sei mesi di proroga tecnica per un importo complessivo di Euro 9.555.000.

L’ESCLUSIONE DELLA SICURTRANSPORT

Tutto ha avuto inizio con l’esclusione Sicurtransport spa, a capo di un gruppo temporaneo di imprese Ksm spa e Securpol Puglia spa, che aveva proposto un ricorso “vinto” al Tar Calabria contro l’aggiudicataria La Torpedine srl, capogruppo con International Security Service Vigilanza spa e Vis spa, che si vedeva accolto, invece, il ricorso presso il Consiglio di Stato il 28 marzo 2023. Il giorno dopo, 29 marzo 2023, Sacal stipulava il contratto di appalto con la Torpedine srl.
Recentemente, però, pare che l’azienda Torpedine (Torpedine/ISSV spa/Vigilanza Codis srl) non abbia più i requisiti, a causa di presunte irregolarità fiscali (vedi decreto dirigenziale n.3691 del 18/03/2024 della Regione Calabria) emerse a carico della consociata International Security Service Vigilanza spa.

Perciò i legali di Sicurtransport spa accusano Sacal «di omettere la verifica del possesso dei requisiti dell’aggiudicataria» e nel caso «procedere alla risoluzione con l’attuale RTI, lo scorrimento della graduatoria e stipulare il contratto con la società Sicurtransport spa, quale seconda classificata».

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