X
<
>

L'indagine della guardia di finanza sulla Trasversale delle Serre

Share
2 minuti per la lettura

CATANZARO – Il palazzo di giustizia di Reggio Calabria, la “Sibari Sila”, la Trasversale delle Serre, l’aviosuperficie di Scalea, la diga sul fiume Melito. Nel monitoraggio di un territorio pieno di “cattedrali nel deserto” e di monumenti allo spreco di risorse pubbliche, la Fillea, il sindacato dei lavoratori edili della Cgil Calabria, ne individua cinque che rappresentano paradigmaticamente il quadro delle tante incompiute in Calabria.

Il sindacato le segnala non a caso, perché, come spiega all’AGI il segretario generale della categoria degli edili della Cgil Calabria, Simone Celebre, «queste infrastrutture non figurano tra le 130 opere del Decreto Semplificazione e non ci saranno altre occasioni per sbloccarle».  

La mappatura della Fillea Cgil parte, quindi, dal palazzo di giustizia di Reggio, opera appaltata nel lontano 2005 per 50 milioni e costellata di ritardi e contenziosi, con la rescissione del contratto per l’impresa inizialmente appaltatrice e altre vicissitudini per quella subentrante.

«Continua – dice Celebre – a rimanere incompiuta dopo 15 anni dall’inizio dei lavori e gli operai licenziati o in stato di disoccupazione, senza considerare inoltre che sicuramente si dovrà pagare un ulteriore contenzioso all’impresa aggiudicataria». Ma la storia non finisce qui. «Anche la ditta che ha vinto l’appalto dei parcheggi del palazzo di giustizia – rileva il sindacalista – per un valore di 20 milioni di euro a base d’asta, dopo l’inizio dei lavori, si è fermata. Nel 2018 sorgono delle criticità di tipo strutturale e si fa riferimento alla stazione appaltante che tarda a rispondere. La ditta l’ultima diffida l’ha fatta il 28 agosto 2020 e successivamente ha avviato la risoluzione del contratto».

Nell’elenco delle incompiute, poi, compare la “Sibari-Sila”, in provincia di Cosenza, che, ricorda Celebre, «doveva essere un’arteria strategica per collegare l’area della Sibaritide, sullo Ionio, alla Sila. L’avvio dei lavori risale al 2010 per un importo pari a 28 milioni di euro. Dopo il ritrovamento del cobalto nelle gallerie sono servite altre risorse per un totale di 48 milioni e tutto questo riguarda solo il primo lotto, mai consegnato. Quello che pesa sono i notevoli contenziosi ed i ritardi nella consegna».

Film pressoché identico è quello dell’aviosuperficie di Scalea, che doveva essere pronta e fruibile già nel 2017: «Finanziata per 2.1 milioni di euro del Por/Fesr  e contributo privato di 3 milioni con sistema del project financing, per una concessione di 25 anni – spiega Celebre –  viene costruita sul letto del fiume Lao dichiarato ad elevata pericolosità idraulica dall’Autorità di bacino, e costruita non solo nel letto del fiume Lao, ma anche in un’area  molto vicino alla zona di protezione speciale della riserva statale Valle del fiume Lao interessata anche da fenomeni di erosione».

Come se non bastasse, nel 2017 la Guardia di Finanza fece scattare un’operazione che coinvolse anche il gruppo che doveva costruire l’aviosuperficie di Scalea. «A oggi – spiega il sindacalista –  l’opera rimane incompiuta e piena di problemi che sembrano irrisolvibili».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE