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CATANZARO – Dosi nascoste negli indumenti di neonati portati a passeggio da sorelle e congiunti minorenni, mentre gli adulti concordavano la vendida della droga con gli acquirenti. Così bastava un segnale ai ragazzini posizionati in zona per la consegna di quanto richiesto. L’operazione “Lido Pulita”, portata a termine dal personale della polizia del Commissariato di Catanzaro Lido, ha permesso di ricostruire l’attività di spaccio che avveniva nel quartiere marinaro del capoluogo.
Il gruppo di rom, stanziali a Catanzaro, aveva messo in piedi un vero e proprio «bazar della droga», come lo ha definito il questore Vincenzo Carella nel corso della conferenza stampa alla quale ha preso parte anche il capo della squadra Mobile, Rodolfo Ruperti. Ma la particolarità dell’operazione è stata proprio l’avere individuato il modus operandi del gruppo. Le immagini delle telecamere piazzate davanti la stazione ferroviaria di Catanzaro Lido e nel quartiere di via Stretto Antico, hanno permesso di ricostruire le azioni affidate a ragazzi e ragazze con meno di 14 anni. Fino a neonati, tenuti in braccio dai minorenni oppure spinti nelle carrozzine, che venivano utilizzati come nascondiglio dello stupefacente.
«Tutto questo ha rappresentato una grossa difficoltà investigativa – ha sottolineato il questore – perché l’utilizzo di minori, che avevano spesso anche funzioni di vedette, ci ha creato non pochi problemi. Basti pensare alla difficoltà di perquisire minorenni e neonati». E tra le persone denunciate dal Commissariato di Lido, diretto da Giacomo Cimarrusti, ci sono anche due minorenni, che sono stati segnalati al tribunale competente. La denuncia per favoreggiamento è scattata, invece 33 persone che sono state individuate e sentite dalla polizia come “clienti” del giro di droga, ma che hanno avuto non poche reticenze a parlare, nonostante i numerosi sequestri di droga che sono stati effettuati. Ad altri 24 componenti del gruppo di spacciatori è stato notificato il provvedimento di avviso di conclusione delle indagini, ed allora si aggiungono le cinque persone arrestate, più una posta ai domiciliari e una settima con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. In quest’ultimo caso, si tratta della madre di alcuni minori utilizzati per lo spaccio. Complessivamente, dunque, risultano coinvolte nell’inchiesta 66 persone. Il questore Carella ha sottolineato lo sforzo operativo del commissariato di Lido, definendolo «un motivo di grande orgoglio per tutti noi, viste le diverse attività che svolge», quindi ha ribadito come «con questa operazione è stata colpita non solo l’attività di spaccio, ma si inciderà anche sulla sicurezza complessiva del territorio di Lido e dei quartieri limitrofi».
LE PERSONE ARRESTATE
I provvedimenti restrittivi sono scattati nei confronti di Cosimo Vecceloque Pereloque, 43 anni, del suo omonimo di 25 anni, di Alessandro Vecceloque Pereloque, 25 anni, Manuel Vecceloque Pereloque, 27 anni, e Ivan Conca, 37 anni. A fargli scattare le manette intorno ai polsi sono stati gli uomini del sostituto commissario, Ercole Terranova, che hanno anche posto ai domiciliari il ventiduenne Massimo Bevilacqua e sottoposto all’obbligo di presentazione alla Pg la trentasettenne Lucrezia Cazzato. “Lido pulita” il nome in codice dato all’operazione, condotta dietro la regia del sostituto procuratore, Carlo Villani, che già due anni fa aveva sollecitato l’arresto per ben 60 componenti la presunta organizzazione dedita al traffico della droga pesante in tutto il quartiere marinaro. Richiesta che a distanza di tempo è stata accolta solo in parte dal gip, Giannina Mastroianni, che, pur riconoscendo la gravità degli indizi di colpevolezza a carico degli altri, non ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari. Per gli altri 53 indagati, dunque, resta solo un avviso di chiusura delle indagini, notificato contestualmente dal magistrato che, per mesi e mesi, non si è fatto sfuggire nulla di quei traffici che, di giorno in giorno, avrebbero visto crescere sempre di più il giro d’affari anche tra i clienti dei paesi limitrofi.
SEQUESTRI GIORNALIERI
Ogni mese un blitz e un sequestro. Ai poliziotti del commissariato di Lido, che non hanno mai smesso di stargli col fiato sul collo, bastava appostarsi lungo la strada per beccare il cliente di turno con le dosi appena acquistate. Lo smercio era continuo in via Stretto Antico. Un’attività redditizia quanto frenetica che vedeva uomini e donne tenere le fila con al seguito bambini di ogni età. Minori, non solo testimoni inconsapevoli, ma anche parte attiva di uno spaccio che avrebbe attirato clienti da ogni angolo della provincia. Scambio di eroina e cocaina che avveniva per le strade del quartiere, ma anche dentro e fuori i locali più frequentati di Catanzaro Lido, senza risparmiare neanche le scuole elementari, nei cui pressi i pusher di turno soddisfavano le esigenze di tutti i clienti pronti a sborsare centinaia di euro per la coca purissima messa sul mercato dai rom. Blitz e sequestri andati avanti per tutto il 2011 e puntualmente sfociati nell’individuazione dei clienti e anche dei venditori di morte, in molti casi rappresentati da minori di massimo 12 anni e per questo non imputabili. Centinaia gli episodi ricostruiti dai poliziotti nelle carte che costituiscono il fulcro di un’inchiesta che mira a fare “pulizia” in un quartiere inesorabilmente ostaggio della criminalità rom.
INDUZIONE ALLO SPACCIO DI MINORI
Le persone sottoposte a provvedimenti restrittivi, sono indagate, a vario titolo, del delitto di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver indotto o comunque essendosi avvalsi di minorenni per commettere i reati contestati. L’attività d’indagine, condotta per diversi mesi dal personale del Commissariato di Catanzaro Lido, in particolare nella zona di via Stretto Antico, ha evidenziato come il traffico di sostanze stupefacenti sia il reato principale e la fonte primaria, se non esclusiva, di sostentamento dei nuclei familiari oggetto d’indagine, non occupati in alcuna attività lavorativa lecita. Il notevole volume di traffico posto in essere dai soggetti coinvolti e la consuetudine, da parte dei consumatori di stupefacenti, anche occasionali, non solo catanzaresi, poteva contare sull’area di via Stretto Antico, o della stazione ferroviaria, quale sicuro e costante punto di riferimento per l’approvvigionamento di sostanza stupefacente. Si è potuto riscontrare anche la disinvoltura con cui si spacciava la droga, anche avvalendosi di minori infraquattordicenni per la materiale cessione delle varie sostanze, nonché per presidiare costantemente l’area interessata al traffico illecito, perché utilizzati anche con finalità di “controllo del territorio”. I ragazzini, infatti, spesso muniti di bicicletta e quindi caratterizzati da un’estrema mobilità, avevano anche il compito di allertare immediatamente gli spacciatori, allontanandosi dall’area del controllo, portando con sé dosi di stupefacente.
I CLIENTI DEL GIRO
Nel contempo, è emersa la trasversalità del mondo degli assuntori di sostanze stupefacenti, composto da gente di un’ampia fascia di età e di ogni ceto sociale. Oltre all’agglomerato abitativo di via Stretto Antico e alla Stazione ferroviaria di Catanzaro Lido, lo spaccio avveniva anche presso alcuni esercizi pubblici notturni, presso cui alcuni dei soggetti concorrenti si recavano, muniti delle dosi di droga, costituendo una costante e disponibile fonte di approvvigionamento di stupefacente per gli assuntori, anche occasionali, nonché in casi di particolare rapporto fiduciario tra acquirente e cedente, ricorrendo alla vendita a domicilio. Numerosi sono stati i controlli su apparenti “clienti”, che hanno consentito di comprovare la natura dei traffici delittuosi, atteso che nel corso delle indagini sono state rinvenute, a seguito di perquisizioni personali sui consumatori, ben 57 dosi di stupefacente (prevalentemente eroina e cocaina), frutto di altrettante cessioni. E’ stato accertato anche un reato di natura estorsiva per consentire, previo pagamento di una somma di euro 400, la restituzione di un’auto rubata al legittimo proprietario. Due minorenni sono stati segnalati per il medesimo reato alla competente Procura della Repubblica
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