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CATANZARO – Terremoto giudiziario in Calabria con 65 arresti e decine di indagati eccellenti tra politici, imprenditori, avvocati, medici e appartenenti alla Polizia penitenziaria, nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Catanzaro a carico di boss e picciotti della ‘ndrangheta lametina e di una serie di professionisti ritenuti collusi con i clan. “Perseo” il nome in codice dato all’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli e dal sostituto procuratore antimafia Elio Romano, che hanno chiesto e ottenuto dal gip distrettuale Abigail Mellace l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 65 persone.
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SULL’OPERAZIONE PERSEO
Ed è qui che entrano in ballo i professionisti coinvolti nell’inchiesta, presunti protagonisti di un vorticoso sistema di truffe assicurative, andato avanti grazie ad una lunga e collaudata catena di complicità che si sarebbe avvalsa della collaborazione di un gruppo composto da assicuratori, periti, carrozzieri, medici e avvocati, operanti sul territorio di Lamezia Terme. Un sistema-truffe che avrebbe portato nelle casse della cosca, ogni anno, milioni di euro di cui beneficiavano anche i professionisti colpiti dal blitz. Ad uno degli avvocati arrestati è stato contestato anche lo scambio elettorale politico-mafioso in quanto avrebbe finanziato la cosca GIampà attraverso un suo autorevole referente per ottenere voti alle elezioni amministrative del Comune di Lamezia Terme del 2010.
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