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Ci sarà bisogno di un’altra sentenza della Corte d’Appello nei confronti dell’ex vicepresidente del Consiglio comunale di Lamezia Terme Giuseppe Paladino a deciderlo la Corte di Cassazione


LAMEZIA TERME – Ci sarà bisogno di un’altra sentenza della Corte d’Appello nei confronti dell’ex vicepresidente del Consiglio comunale Giuseppe Paladino, condannato ad aprile 2024 a quattro anni e sette mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ora la Cassazione, chiamata nuovamente a pronunciarsi dopo il processo d’appello bis, ha annullato con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello la condanna.

Giuseppe Paladino, difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale era stato condannato in primo grado a maggio 2020 dal tribunale di Lamezia e poi assolto in appello. Un’assoluzione impugnata dalla Procura davanti la Cassazione che, a febbraio 2023, annullava (con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello) l’assoluzione dell’ex vicepresidente del consiglio comunale, disponendo un processo d’appello bis nei confronti dell’ex consigliere comunale e vicepresidente nel 2017 del civico consesso di Lamezia sciolto per infiltrazione mafiose.

PROCESSO A GIUSEPPE PALADINO, L’ITER FINO ALL’ULTIMA DECISIONE DELLA CASSAZIONE

Ad aprile 2024 la conferma della condanna nel processo d’appello bis e ora l’annullamento dell’ultima condanna da parte dei giudici supremi. Giuseppe Paladino, tra l’altro è stato dichiarato incandidabile anche dalla Cassazione per la sua posizione (nell’ambito dell’inchiesta antimafia Crisalide scattata a maggio 2017). A dicembre 2021 in appello Paladino era stato assolto “perchè il fatto non sussiste”, ma la Cassazione ha rimesso tutto in discussione per la posizione di Paladino che era stato condannato in primo grado in relazione all’accusa di aver chiesto l’appoggio elettorale alla cosca Torcasio alle comunali del 2015 e questo fu uno dei motivi dello scioglimento del Consiglio comunale di novembre 2017 per infiltrazioni mafiose.

Come si ricorderà, Giuseppe Paladino rimase coinvolto a maggio 2017 nel blitz antimafia “Crisalide” insieme anche al medico Giovanni Paladino, padre di Giuseppe. Secondo quanto contestato dalla Dda, gli esponenti della cosca Torcasio avrebbero appoggiato Giuseppe Paladino. I congiunti Paladino avrebbero – secondo le accuse – richiesto ed ottenuto l’appoggio elettorale, sotto forma di procacciamento dei voti e di attività di propaganda elettorale, quale attività di attacchinaggio.

I due Paladino – intercettati dai carabinieri – si sarebbero recati in macchina al “fortino” dei Torcasio dove avrebbero incontrato alcuni degli elementi di vertice dell’organizzazione. Per Giovanni Paladino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che in primo grado fu assolto con rito abbreviato e condannato poi in appello, la pena (4 anni oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni) è divenuta definitiva a settembre del 2022.
Pasqualino Rettura

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