X
<
>

Il luogo dove sarebbe avvenuta una delle liti

Share
4 minuti per la lettura

Dopo l’ennesima lite tra i fratelli Odoardi il Tribunale di Lamezia stabilisce il divieto di avvicinamento tra fratelli con braccialetto elettronico


LAMEZIA TERME – Per i fratelli Gregorio, Giovan Battista e Pasquale Lillo Odoardi, nonché per Davide Francesco Trunzo, operaio di Gregorio Odoardi, che avrebbe preso parte a una lite del 9 luglio scorso, il gip del tribunale di Lamezia, Francesco De Nino, ha disposto la misura cautelare coercitiva del divieto di avvicinamento ognuno fra loro (con applicazione del braccialetto elettronico)  e ai luoghi da ognuno abitualmente frequentati (tra cui terreni, gli immobili ed il capannone siti in Contrada Campodorato n. 35 e in località Macchie del Comune di Nocera Terinese). Con l’ulteriore prescrizione di mantenere una distanza dalla persona offesa di almeno 500 metri ed intimazione, in caso di contatto occasionale, di allontanarsi immediatamente dalla persona offesa e raggiungere la distanza di almeno 500 metri, nonché con l’ulteriore prescrizione di divieto di comunicazione con la persona offesa con ogni mezzo (telefono, messaggi, internet, whatsapp facebook, social network).

Il provvedimento scaturisce da una rissa del 9 luglio scorso (nell’ambito di continue liti familiari inerenti un’interminabile contesa delle imprese vinicole di famiglia), originata dalle operazioni di riconsegna al capannone di Nocera Terinese in contrada Campodorato, di parte dei beni mobili oggetto di vincolo pignoratizio di proprietà del Consorzio Agricolo Scavigno, di cui Giovan Battista Lillo Odoardi è presidente. Alle operazioni presiedeva anche il custode giudiziario. Le operazioni eseguite alla presenza del custode giudiziario divenivano motivo di inasprimento dei conflitti familiari: le parti, scontrandosi in ordine alle modalità di esecuzione del provvedimento giudiziario di riconsegna, sollecitavano l’intervento delle Forze dell’Ordine affinchè si recassero in loco al fine di constatare lo stato dei luoghi, già documentato, peraltro, dal custode giudiziario.

LA RICOSTRUZIONE DELL’ACCADUTO DEL 9 LUGLIO

Nel pomeriggio del 9 luglio scorso, Gregorio Lillo Odoardi si presentava dai carabinieri di Nocera Terinese denunciando problemi per la riconsegna dei beni sostenendo che il capannone nel quale erano state riposte le attrezzature riconsegnate al fratello Giovan Battista e nel quale si svolge l’attività dell’azienda Odoardi fosse di sua esclusiva proprietà. Aggiungeva ai carabinieri che all’esito delle operazioni di riconsegna parziale delle attrezzature in favore del Consorzio Agricolo Scavigno, eseguite dal custode giudiziario, scaturiva una lite tra le parti in quanto il fratello Giovan Battista sosteneva di non dover spostare le proprie attrezzature dal capannone.

Nella serata del 9 luglio scorso le fazioni contrapposte si rendevano protagoniste di una furiosa lite, che imponeva l’intervento delle Forze dell’Ordine presso l’azienda Odoardi. Gregorio Odoardi, 61 anni, titolare dell’omonima azienda agricola, ha poi sporto denuncia – querela alla Procura della Repubblica di Lamezia nei confronti di Giovambattista Odoardi Lillo, sostenendo di essere rimasto vittima la sera del 9 luglio scorso di una brutale aggressione da parte del fratello Pasquale. Mentre si trovava sulla strada prospiciente il terreno di sua proprietà, il fratello Pasquale, alla guida di un’autovettura Bmw, avrebbe tentato di investirlo. Ad evitare il peggio sarebbe stato un dipendente della ditta, Davide Francesco Trunzo, prontamente intervenuto per spingerlo a terra; una volta sceso dall’auto, però, Pasquale lo avrebbe preso a pugni mentre un altro fratello, Giovambattista, lo avrebbe aggredito colpendolo con delle pietre e mandandolo all’ospedale.

LE MOLTEPLICI DENUNCE PRESENTATE E IL DIVIETO DI AVVICINAMENTO PER I FRATELLI ODOARDI

Nella denuncia–querela di Gregorio Lillo Odoardi si chiedeva infatti che «si proceda penalmente nei confronti di Giovambattista Odoardi Lillo per il reato di tentato omicidio, violenza privata, occupazione di azienda, stalking, e nei confronti di Pasquale Lillo Odoardi per il reato di tentato omicidio». A controbattere sulla versione di Gregorio Lillo Odoardi, con tanto di ricostruzione di alcune vicende giudiziarie, è Giovambattista Lillo Odoardi, che, a sua volta, presentava un’altra denuncia ai carabinieri di Nocera Terinese, per il quale, invece, il fratello Gregorio «non è affatto la vittima di una saga familiare, ma il carnefice vorace di una luminosa storia di famiglia e di una florida economia.

Egli, infatti, con più azioni portate a segno in pochi anni, facendo anche affidamento sulla buona fede che i fratelli riponevano in lui, ha svuotato il Consorzio Agricolo Scavigno, in danno degli altri soci, degli addetti dell’intera filiera produttiva e del territorio Nocerese» e da parte del fratello Pasquale. «I fatti – affermarono gli avvocati Filomena Colonna e Giuseppe Spinelli, legali di Pasquale Lillo Odoardi e dell’amministratore del Consorzio Agricolo Giovan Battista Odoardi Lillo – sono radicalmente destituiti di fondamento. Pasquale Lillo Odoardi ha reso immediate dettagliate dichiarazioni ai Carabinieri; Giovan Battista Odoardi Lillo è stato soccorso in primis dall’ambulanza intervenuta nella sede del Consorzio Agricolo Scavigno e trasportato all’ospedale di Lamezia Terme». Ora il provvedimento del gip che impone il divieto di avvicinamento contro i tre fratelli Odoardi e l’operaio che dovranno comparire dal gip per l’interrogatorio.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE