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Carcere di Catanzaro

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Cellulari e droga in cella: torna in libertà Angela Paravati, l’ex direttrice del carcere “Siano” di Catanzaro implicata nell’inchiesta Open Gates.


CATANZARO – Il tribunale del Riesame, rimette in libertà l’ex direttrice della Casa Circondariale Ugo Caridi di Catanzaro,  la 59enne Angela Paravati. La decisione dei giudici è giunta in seguito al ricorso presentato daI legali dell’indagata, gli avvocati Salvatore Staiano e Francesco Iacopino. La custodia in carcere è dunque sostituita con una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un anno.
L’ex direttrice del carcere di Catanzaro venne arrestata, infatti, nell’ambito dell’indagine denominata “Open Gates” della Dda del 15 febbraio 2024.
In quell’occasione Carabinieri del nucleo investigativo di Catanzaro hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 38 indagati. 

Insieme alla Paravatti quel giorno finirono in carcere anche: la 48enne Simona Poli, comandante della polizia penitenziaria e altre quattordici persone. Dieci invece  le persone agli arresti domiciliari, 5 indagati ebbero l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 7 sospensioni dall’esercizio delle funzioni. I reati contestati a vario titolo agli indagati sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e all’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. Ma, anche, concorso esterno in tali associazioni e istigazione alla corruzione, corruzione anche con l’aggravante mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, procurata evasione, falso e truffa ai danni dello Stato.

In particolare, invece, per Angela Paravati, in carica nel carcere di Siano dal 2010 al 5 settembre 2022, la Dda di Catanzaro sostiene che avrebbe «favorito l’introduzione e cessione in carcere di sostanze stupefacenti e l’introduzione e cessione in carcere di dispositivi telefonici, fornendo, attraverso condotte omissive e commissive, un contributo concreto, specifico e volontario alla conservazione e al rafforzamento delle capacità operative delle associazioni, per garantirsi una agevole governabilità dell’istituto penitenziario».

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