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CROTONE – Il cantiere per i lavori di adeguamento sismico ed ampliamento della scuola primaria di Sellia Marina è ancora fermo e un finanziamento di poco più di un milione di euro rischia di andare perso. La Prefettura di Roma non ha ancora risposto al Comune del Catanzarese che chiede di sapere se nella white list aggiornata figuri ancora la 2C Costruzioni, con sede a Sant’Angelo Romano, la cui amministratrice unica è Rosina Colosimo anche se amministratore di fatto è il marito, il crotonese Artemio Laratta, dal giugno scorso sottoposto al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione (per la durata di un anno) in relazione a più ipotesi di turbativa d’asta contestategli nell’ambito della maxi inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato all’operazione Glicine-Acheronte.

Dall’avviso di conclusione delle indagini appena notificato a 129 persone la Dda contesta a Laratta, in particolare, anche l’aggravante mafiosa che pure era stata esclusa dal gip che dispose la misura cautelare. Il Tar, poco prima dello scorso Natale, aveva annullato il contratto per l’esecuzione dei lavori che erano stati aggiudicati in un primo tempo alla PF Costruzioni di Francesco Guzzi, con sede legale a Botricello, ordinando il subentro della ricorrente vittoriosa. Secondo il collegio presieduto da Giancarlo Pennetti, «nulla osta a disporre l’integrale subentro della ricorrente 2C Costruzioni» il cui titolare di fatto, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbe stato uno degli imprenditori di riferimento dell’ex consigliere regionale Enzo Sculco, presunto dominus di un comitato d’affari, per gli appalti dell’Asp e dell’Aterp di Crotone, e avrebbe avuto rapporti con le cosche del Crotonese, in particolare quelle dei Trapasso di San Leonardo di Cutro e dei Megna di Papanice.

Il Tar aveva, infatti, accolto il ricorso predisposto dagli avvocati Paolo Clarizia, Giovanni La Fauci, Pier Paolo Nocito, che hanno evidenziato che PF Costruzioni, quantunque priva di attestazione Soa (la certificazione obbligatoria per partecipare ad appalti per importi superiori a 150mila euro) per le categorie richieste dal disciplinare di gara, ha per un verso fatto ricorso all’avvalimento dalla società Greco, per la sola categoria prevalente OG1, non essendo ricorsa all’avvalimento o al subappalto cosiddetto “necessario” per la categoria scorporabile a qualificazione obbligatoria OG11, sebbene ne fosse sfornita. Intanto, la PF ha diffidato il Comune non potendo affatto escludersi che la 2C non ottenga il rinnovo dell’iscrizione alla white list. Ora, il cantiere è fermo, ma il cronoprogramma prevede lavori per 365 giorni con conclusione entro il 31 dicembre prossimo e se non ci sarà proroga il finanziamento andrà perduto.

L’appalto, per l’importo di poco più di un milione di euro a base d’asta, di cui 360mila euro già erogati, era stato aggiudicato, nel marzo scorso, dalla Centrale unica di committenza dei Comuni di Botricello, Cropani e Sellia Marina, alla PF Costruzioni. La 2C Costruzioni aveva però chiesto al Tar l’annullamento della gara. Il Tar diede ragione in un primo tempo alla PF confermando l’aggiudicazione ma, in seconda istanza, il CdS ha accolto l’istanza cautelare e sospeso l’atto impugnato. La decisione del CdS è del 7 luglio scorso, quindi successiva di qualche giorno all’operazione Glicine, scattata il 27 giugno. In seguito alla pronuncia del CdS, il cantiere è fermo, perché il Comune ha sospeso pertanto i lavori che erano iniziati da una decina di giorni. Il 19 dicembre, la nuova pronuncia del Tar che, in particolare, liquida rapidamente, per «assoluta genericità», una memoria della PF che produceva le carte dell’inchiesta antimafia. Le carte dell’inchiesta erano state peraltro trasmesse da PF anche alla Prefettura di Roma, che non ha adottato provvedimenti.

Dopo la nuova decisione del Tar, PF ha diffidato il Comune e ha riscritto sia alla Prefettura di Roma che al ministero dell’Interno e alla Procura di Catanzaro annunciando che «ogni atto intimidatorio, danneggiamento ed eventuali attentati all’incolumità pubblica della scrivente e dei suoi familiari sono a capo delle istituzioni coinvolte». La missiva dell’imprenditore Guzzi si chiude con amarezza: «Ancora una volta la ‘ndrangheta ha vinto, lasciata libera nella gestione dei soldi pubblici».

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