L'ordinanza di sospensione dei lavori
3 minuti per la letturaCROTONE – I lavori di adeguamento sismico ed ampliamento della scuola primaria di viale Calabricata, a Sellia Marina, sono sospesi in seguito a una decisione del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso della ditta seconda classificata in graduatoria, la 2C Costruzioni srl con sede a Sant’Angelo Romano, il cui amministratore di fatto è l’imprenditore crotonese Artemio Laratta, sottoposto, dal giugno scorso, al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di un anno. Sembra un paradosso, ma è drammatica realtà. La misura cautelare nei confronti di Laratta è stata applicata sul finire dello scorso giugno nell’ambito dell’’inchiesta che ha portato all’operazione Glicine-Acheronte, essendo egli accusato di alcuni episodi di turbativa d’asta ruotanti attorno ad appalti assegnati dall’Asp e dall’Aterp di Crotone.
Il gip distrettuale Antonio Battaglia ha escluso l’aggravante mafiosa nei confronti di Laratta, secondo la Dda uno degli imprenditori “graditi” a Enzo Sculco, l’ex consigliere regionale ritenuto dagli inquirenti il dominus di un comitato d’affari. I lavori, per l’importo di poco più di un milione di euro a base d’asta, erano stati aggiudicati, nel marzo scorso, dalla Centrale unica di committenza dei Comuni di Botricello, Cropani e Sellia Marina, alla Pf Costruzioni con sede legale a Botricello, il cui amministratore è Francesco Guzzi. La 2C Costruzioni – la cui titolare è la moglie di Laratta, Rosina Colosimo, anche se per gli inquirenti a occuparsi di tutto è il coniuge – ha chiesto al Tar l’annullamento della gara ritenendo che l’aggiudicataria fosse sprovvista di alcune qualifiche per l’esecuzione dei lavori e non avesse fatto ricorso all’avvalimento o al subappalto necessario. Il Tar ha dato ragione alla Pf confermando l’aggiudicazione ma, in secondo grado, il CdS ha accolto l’istanza cautelare e ha sospeso l’atto impugnato. La decisione è del 7 luglio scorso, quindi successiva di qualche giorno all’operazione Glicine, scattata il 27 giugno. In seguito alla pronuncia del CdS il Comune ha sospeso pertanto i lavori alla scuola di Sellia.
Intanto, Pf Costruzioni prosegue la sua battaglia legale invitando il Comune a escludere la 2C Costruzioni, ma ha scritto anche alle Prefetture di Catanzaro e di Roma e all’Anac perché adottino i provvedimenti di competenza. Agli enti in indirizzo l’imprenditore Guzzi ha trasmesso anche le carte dell’inchiesta della Dda da cui emergerebbero rapporti dell’imprenditore Laratta con le cosche del Crotonese. Ovvero i Megna di Papanice e i Trapasso di San Leonardo di Cutro. Tra gli elementi a carico di Laratta, c’è, anche, una conversazione intercettata nel corso della quale Alfonso Carvelli, condannato per mafia e ritenuto uno degli esponenti di vertice della cosca Megna, definiva l’imprenditore come «quel ragazzo che ha dato lavoro ai Trapasso».
A persone vicine al boss Domenico Megna l’imprenditore si sarebbe rivolto dopo un furto di infissi per avere protezione. In un cantiere di Laratta per la realizzazione di edifici dell’Aterp nel quartiere Fondo Gesù di Crotone lavorava peraltro la ditta di Leonardo Curcio, genero del boss Giovanni Trapasso. Curcio sarebbe stato poi arrestato nell’operazione Big Bang, un’inchiesta da cui verrebbe fuori che è lui il reggente delle “famiglie” di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro in una fase in cui i maggiorenti sono detenuti in seguito alle varie retate antimafia che hanno colpito i clan stanziati nella frazione cutrese negli ultimi anni. Dalle carte di quell’inchiesta emerge anche il presunto appoggio elettorale di Laratta a Sculco, ras della politica crotonese, in cambio di appalti. Guzzi denuncia, ma ha perso la fiducia. In una lettera al procuratore Nicola Gratteri, spedita poco prima che divenisse procuratore di Napoli, l’imprenditore si diceva «rammaricato e affranto per il suo trasferimento da Catanzaro che ci riporterà indietro di trent’anni» e lamentava il «silenzio assordante delle istituzioni».
La Dda di Catanzaro quello che poteva fare l’ha fatto. Competente a emettere eventuali interdittive antimafia nei confronti della 2C è la Prefettura di Roma. Ma nella Capitale, contrariamente a quanto sta avvenendo negli uffici territoriali di governo di altre regioni, l’effetto Glicine non arriva.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA