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LAMEZIA TERME – La Dda ha fatto ricorso e la Corte d’Appello ha disposto la sospensione della revoca del maxi sequestro ai fratelli Perri, in attesa della decisione di merito della stessa corte. A settembre scorso, infatti, il Tribunale misure di prevenzione di Catanzaro aveva rigettato la richiesta di confisca della Dda, con dissequestro di tutti i beni (dal valore complessivo di 800 milioni di euro) e restituzione ai legittimi proprietari, e il rigetto della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per 5 anni, nei confronti dei fratelli Perri (Pasqualino e terzi interessati, Francesco e terzi interessati e Marcello e terzi interessati.
L’accusa per la quale si era giunto all’ingente sequestro (scattato a febbraio 2022) riguarda la presunta sproporzione rispetto ai redditi dichiarati dalle attività lavorative, ma anche un impero la cui origine – secondo quanto contestato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro – sarebbe stato riconducibile alle attività illecite dell’imprenditore della grande distribuzione, Antonio Perri (ucciso a marzo del 2003) padre dei tre fratelli (Pasqualino, Francesco e Marcello), imprenditori lametini nel settore della grande distribuzione alimentare e proprietari del centro commerciale “Due mari” di Maida, tra i più grandi della Calabria, uno dei tanti beni che furono sequestrati.
Dopo il provvedimento di dissequestro dei beni, la Procura di Catanzaro ha impugnato il provvedimento e la Corte d’Appello, accogliendo il ricorso della Procura, ha sospeso l’esecutività della revoca del sequestro.
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