Il tribunale di Lamezia Terme
2 minuti per la letturaCondanne per dieci persone a vario titolo per complessivi 80 anni di carcere per un giro di droga attivo a Lamezia Terme
LAMEZIA TERME – Dieci condanne per complessivi 80 anni circa di carcere e un’assoluzione sono state emesse dal gup, Giuseppe De Salvatore, al termine del processo che si è celebrato con il rito abbreviato (altri 88 imputati sono stati rinviati a giudizio con rito ordinario) scaturito da un’operazione antidroga della Dda di Catanzaro scattata a febbraio 2022.
In quell’occasione 7 persone finirono in carcere, mentre per 15 scattarono gli obblighi di dimora e di presentazione alla pg (in tutto 99 indagati accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga, diverse ipotesi di cessione di sostanza stupefacenti e detenzione illegali di armi).
L’operazione riguardava un traffico di droga con base operativa a Lamezia Terme e luoghi di approvvigionamento nel Vibonese (Mileto) e nel Reggino (Gioia Tauro), gestito secondo l’accusa da Antonio Pagliuso e Domenico Gianluigi Bonali. Il tutto in conseguenza delle intercettazioni captate all’interno di un magazzino di via Torre, nel centro storico di Nicastro.
DROGA A LAMEZIA, LE PENE INFLITTE PER LE DIECI CONDANNE
Ecco le pene inflitte ai dieci condannati:
- Antonio Pagliuso la pena maggiore 17 anni, 9 mesi e 20 giorni
- Simone Bonali, 9 anni e 20 giorni;
- Angelo Villella, 6 anni e 11 mesi;
- Alberto Maria Scaramuzzino 5 anni e 22mila euro di multa
- Luca Berlingieri, 4 anni e 20 giorni e 20mila euro di multa;
- Caterina Butruce, 4 anni e 20mila euro di multa;
- Angela Franceschi, 4 anni e 8 mesi e 20 mila euro di multa;
- Pietro Grande, 4 anni e 20mila euro di multa;
- Gino Gatto, 3 anni e 3mila euro di multa.
Luca Strangis (difeso dall’avvocato Armando Chirumbolo) è stato invece assolto “per non aver commesso il fatto” e, per alcuni capi d’accusa, assolti Antonio Pagliuso, Domenico Gianluigi Bonali, Simone Bonali, Angelo Villella, Angela Franceschi e Alberto Maria Scaramuzzino. Dalle indagini emerse che gli imputati da tempo erano intercettati dagli investigatori della Mobile e del commissariato. La base logistica dello spaccio di cocaina, marijuana e altri stupefacenti, era in Piazza Mercato Vecchio.
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