L'ospedale di Soverato
4 minuti per la letturaSOVERATO (CATANZARO) – Bocche cucite all’Ospedale civile di Soverato, il giorno dopo l’arresto del medico cardiologo Giulio Comerci (51 anni, dipendente dell’Azienda sanitaria Provinciale di Catanzaro e in servizio presso il nosocomio della cittadina sulla costa ionica), avvenuto martedì mattina da parte della locale Compagnia dei carabinieri su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri (LEGGI LA NOTIZIA)
I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Gip presso il Tribunale del capoluogo, Barbara Saccà, e sarebbero numerose le accuse mosse dagli inquirenti nei confronti del medico. Nel fascicolo dell’inchiesta vergata dal pubblico ministero Francesca Delcogliano, difatti, le accuse andrebbero dalla violenza sessuale, alla pornografia minorile, interferenze illecite nella vita privata e truffa in danno di oltre 63 vittime, tra cui una ragazza che all’epoca dei fatti era minorenne. Violenze, queste, che sarebbero avvenute tutte nello studio privato di Comerci sin dal 2017.
Nessuno, tra i colleghi e i cittadini, ha voglia di commentare o parlare su quanto accaduto, forse per esorcizzare la vergogna e per cercare di non rendere ancora più gravi i fatti che hanno lasciato molto sgomento. Lo stesso sgomento che avrà provato il cardiologo all’arrivo degli uomini in divisa, giunti martedì mattina nel reparto dell’ospedale in cui prestava servizio, e che lo hanno tratto in arresto, per poi procedere nell’immediato a perquisire lo studio privato del cardiologo. Perquisizione che ha avrebbe portato alla scoperta di numerosi video criptati con le immagini delle visite effettuate alle singole pazienti, ignare di tutto, e che sarebbero state riprese attraverso l’utilizzo di una telecamera.
Ad oggi, sarebbero 63 le giovani donne vittime accertate (la maggior parte tra i 20 e i 40 anni) e oggetto delle “attenzioni” particolari del medico che, da una semplice visita cardiologica, si sarebbe spinto fino a fare loro controlli anche nelle zone intime – come se fosse un ginecologo – con la scusa di diagnosticare eventuali aggravamenti all’apparato riproduttivo portati da una presunta patologia cardiaca ereditaria. Difatti, il modus operandi di Comerci, sarebbe stato ben rodato. Le donne che avrebbe scelto come pazienti, le avrebbe selezionate attraverso i suoi veri pazienti che curava e visitava in ospedale. Parlando con loro, avrebbe cercato di carpire se avessero figlie, sorelle o nipoti “appetibili” e, accertata la cosa, avrebbe suggerito al paziente di portare a visitare anche le familiari adducendo come scusa, il fatto che queste avrebbero potuto avere la stessa patologia cardiaca e ammalarsi anche in forma più grave. Avrebbe suggerito, inoltre, di effettuare gli accertamenti – pagando dai 100 ai 150 euro – presso il suo studio privato, così da evitare i lunghi tempi delle liste di attesa in ospedale, garantendo in tal modo una precoce diagnosi dell’eventuale patologia.
Una volta convinti i veri pazienti, questi avrebbero portato le proprie sorelle, figlie, nipoti presso lo studio privato e lì sarebbe iniziata la routine con il solito copione: la visita che da cardiologica si sarebbe trasformata in visita ginecologica. Le visite si sarebbero così svolte in tutta normalità come una vera e propria visita cardiologica, solo in un secondo momento – e presa confidenza con la giovane paziente di turno – si sarebbe passati, invece, ad una visita delle parti intime con la scusante che, l’eventuale patologia cardiaca riscontrata, avrebbe potuto avere delle ripercussioni di vascolarizzazione nell’apparato riproduttore. Tesi fatte pur non avendo mai, il cardiologo, preso l’abilitazione in ginecologia. Così, quella che avrebbe dovuto essere un controllo cardiologico, per le giovani vittime, si sarebbe trasformata in una visita ginecologica, che sarebbe iniziata con degli accertamenti diagnostici, in realtà inesistenti, che avrebbe portato successivamente ad avere un palpeggiamento delle parti intime, fino ad arrivare anche alla masturbazione e all’utilizzo di oggetti fallici.
Ad interrompere questo cortocircuito, una ventenne che dopo l’ennesima visita di controllo, ha capito che qualcosa non tornava ed ha denunciato tutto ai carabinieri che nel giro di pochi mesi – da ottobre 2021 a pochi giorni fa – hanno ricostruito gli eventi e tratto in arresto il medico. Gli uomini dell’Arma, durante le perquisizioni nello studio privato di Comerci, avrebbero anche scoperto che il medico si sarebbe procurato indebitamente i video della visita delle pazienti, attraverso una videocamera di sorveglianza, e che avrebbe provveduto poi a memorizzare e a conservare, in forma criptata, su propri dispositivi elettronici che sono stati posti sotto sequestro.
Nei prossimi giorni il medico specialista sarà sentito dal giudice per l’interrogatorio di garanzia e, in presenza del suo legale di fiducia, dovrà spiegare il motivo della sua condotta.
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