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L'imprenditore Claudio Arpaia

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LAMEZIA TERME – Di origini campane, Claudio Arpaia, 57 anni, è un imprenditore molto noto in città e non solo. La sua è un’azienda (ereditata dal padre) ubicata nell’area industriale di Lamezia, leader nel settore del packaging (commercio di imballaggi vari, tra cui vasi, bottiglie per vino, olio, birra, distillati, acqua e bibite varie).

Un’azienda che sorge su un’area di 27.000 mq, grazie a un imponente capannone. Arpaia è stato coinvolto già in altre inchieste. Nel 2009 la Procura di Lamezia gli spedì un avviso di garanzia, anche alla moglie, Annamaria Del Gaudio (anche lei coinvolta nell’operazione odierna “Boccaccio”) con l’accusa di Iva evasa per svariati milioni di euro.

Alla fine però è finito tutto in prescrizione nel 2016. Nel maggio del 2015, in qualità di presidente della Vigor Lamezia (allora militante in serie C) rimase coinvolto nell’inchiesta Dirty soccer sul calcioscommesse. L’inchiesta comportò la retrocessione dalla Lega Pro nei dilettanti della squadra biancoverde. Nel mese di agosto 2015, la Corte d’Appello federale, dispose la retrocessione in serie D per la Vigor Lamezia e la squalifica a 5 anni e mezzo per Arpaia.

Decisione poi confermata a ottobre 2015 dal Collegio di garanzia dello sport del Coni. In altri filoni della stessa inchiesta, nel 2017, ne uscì invece indenne con squalifiche annullate in appello. L’inchiesta era sfociata anche nel penale e nel 2018, la Procura della Repubblica di Lamezia ha chiese il giudizio per Claudio Arpaia. A giugno scorso, Arpaia è stato prosciolto dal gip di Lamezia “perché il fatto non sussiste” insieme all’avvocato Paolo Mascaro (attuale sindaco di Lamezia, nonché predecessore di Arpaia alla presidenza della Vigor Lamezia) i quali, a dicembre 2018, furono destinatari di un avviso conclusioni indagini per l’accusa di operazioni inesistenti al fine di detrarre i costi di fini dell’Iva.

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