L'incidente mortale e El Ketani nel riquadro
2 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Lascia il carcere per gli arresti domiciliari Chafik El Ketani, 33 anni (che nel 2010 a bordo di una Mercedes investì dieci ciclisti di cui otto persero la vita) accusato di omicidio stradale relativamente a un incidente mortale del 6 settembre scorso quando rimase gravemente ferito e un giovane perse la vita, Fennane Noureddine, 31 anni, che viaggiava a bordo come passeggero, in una Toyota Corolla presa a noleggio all’aeroporto di Lamezia.
Il gip di Catanzaro, Matteo Ferrante, ha disposto i domiciliari a Bologna dopo che a ottobre scorso il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva rigettato la richiesta di scarcerazione dei legali di El Ketani, sostenendo la tesi che non sarebbe stato lui a condurre l’auto, producendo anche un video estratto dal telefonino di El Ketani in cui invece alla guida – secondo i legali – c’era il giovane deceduto e non El Ketani, come invece ritiene l’accusa.
Alla fine però i giudici del Riesame confermarono il carcere per El Ketani, arrestato nel momento in cui – secondo quanto gli è stato contestato dalla Procura di Catanzaro – avrebbe voluto tornarsene in Marocco, firmando le dimissioni dall’ospedale di Catanzaro contro il parere dei medici, salvo poi essere stato rintracciato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.
El Ketani, undici anni fa, era alla guida di una Mercedes che falciò dieci ciclisti di cui otto morirono sulla statale 18 fra Lamezia e Gizzeria. Chafik El Ketani, dopo l’incidente mortale del 6 settembre 2021, è risultato nuovamente positivo all’esame tossicologico (come dodici anni fa) a cui era stato sottoposto per l’incidente mortale avvenuto poco dopo le 23 del 6 settembre scorso sulla statale 280 in territorio di Marcellinara.
Oltre alla guida sotto l’effetto di «cannabinoidi», a El Ketani gli è stato contestato anche la guida a una velocità superiore al limite massimo consentito. Come il 5 dicembre del 2010 anni quando subì la condanna con l’abbreviato a 8 anni di carcere ma dopo 5 anni tornò in libertà (allora non era stato introdotto il reato di omicidio stradale).
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