La sede dell'Asp di Catanzaro
2 minuti per la letturaCATANZARO – Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha annullato il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip nei confronti del dottor Francesco Lupia, accusato insieme ad altri sanitari del 118 di falso ideologico e truffa aggravata ai danni dell’Asp di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta “Moliere”.
Secondo l’accusa, tutti gli indagati, compreso il Lupia, si sarebbero lungamente assentati dal servizio di emergenza, deducendo falsi certificati di malattia, sia come forma di ritorsione nei confronti dell’Asp che aveva revocato loro una indennità, sia per timore di subire il contagio nella fase acuta dell’emergenza epidemiologica. Accusa che il medico, difeso dagli avvocati Giusi Possidente e Francesco Iacopino, ha subito avversato, presentando ricorso al Tribunale del Riesame.
I legali, nel corso della discussione, hanno depositato una corposa documentazione medica, corredata da una consulenza medico legale e da una memoria difensiva, con la quale hanno sottolineato la correttezza dell’operato di Lupia e l’effettività (oltre che serietà) delle patologie via via certificate all’Asp a giustificazione dell’assenza dal lavoro del medico, imposta da uno stato di salute che ha lo costretto anche a un intervento chirurgico.
In particolare, la difesa ha evidenziato come «talune circostanze dedotte e documentate in udienza fossero, in realtà, già emerse in fase di indagini, senza tuttavia essere approfondite dagli investigatori, avendo gli stessi ritenuto di attribuire “orizzontalmente” a tutti i medici le accuse di falsità della malattia, così però finendo per assimilare le singole posizioni, senza distinguere caso per caso».
Infine la difesa ha evidenziato come il medico, «forte della propria rettitudine e onestà e in un’ottica chiarificatrice», avesse chiesto immediatamente, all’indomani del primo atto di indagine comunicato agli indagati e ai difensori, di essere interrogato dal requirente, senza tuttavia essere sentito, salvo poi ricevere la “sorpresa” del sequestro dei propri conti correnti. Sequestro dunque revocato dal Tribunale del riesame che ha ritenuto fondate le censure difensive.
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