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Il tribunale di Lamezia Terme

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Atti vessatori, violenti e intimidatori, causando alla moglie (poi deceduta con i figli per altro e in circostanze tragiche) sofferenze, privazioni e umiliazioni. E alla presenza dei figli minori.

Accuse per le quali ora contro il marito, 39enne, di Lamezia, la Procura della Repubblica (il pm Emanuela Costa) ha chiesto il rinvio a giudizio. Diversi gli episodi contestati: nel 2017 quando dopo il battesimo di un loro figlio, l’uomo avrebbe aggredito la moglie colpendola al volto causandole ecchimosi all’altezza del mento. E quando nel giorno di compleanno della moglie avrebbe aggredito la stessa provocandole lividi sul collo e sulle braccia. E ancora tra marzo e aprile del 2018, lei, dopo essere rientrata a casa, dalla quale era uscita per un litigio, durante il pranzo, alla presenza dei figli minori, brandendo uno spiedino, l’uomo avrebbe minacciato la moglie di infilarglielo in un occhio. E quando essendosi convinto, a seguito delle rimostranze fatte da un loro figlio in occasione dell’episodio contestato relativo alle minacce brandendo lo spiedino, che la moglie unitamente alla sorella gli stessero mettendo i figli contro, avrebbe imposto alla moglie di non frequentare più la sorella, aggredendola anche – secondo le accuse della Procura – nel luglio del 2018 causandole un’evidente ecchimosi al braccio si legge ancora nel capo d’accusa.

Poi l’accusa di un’altra aggressione (il 22 agosto 2018) con calci e pugni e afferendola per il collo, l’uomo avrebbe procurato alla donna un trauma cranico minore con contusione temporo parietale destra, ecchimosi in sede bicipitale sino all’avambraccio come da referto dal pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme.

Il tutto con l’aggravante di aver agito – secondo le accuse – per futili motivi dovuti alla morbosa gelosia nei confronti della moglie e di aver commesso i fatti alla presenza dei figli minori.

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