Il procuratore Gratteri e gli altri pm durante la lettura della sentenza
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VIBO VALENTIA – Non solo, ovviamente, le entità delle pene inflitte, o le dichiarazioni di assoluzione o di non luogo a procedere per prescrizione. Nelle 14 pagine di dispositivo vergato dal gup distrettuale, Claudio Paris, e pronunciato in occasione della sentenza di primo grado del processo in abbreviato “Rinascita-Scott” (LEGGI) (scaturito dall’omonima operazione della Dda guidata dal dott. Nicola Gratteri), un capitolo importante è dedicato alla la confisca dei beni degli imputati ma soprattutto ai risarcimenti ad istituzioni, enti e privati cittadini, costituitosi parte civile e vistisi riconoscere le proprie ragioni.
Le confische
Il magistrato ha disposto così la confisca del Ristorante “La villetta”; della società “Futura Srl”; della “Alba Srl”; della Agri B. Srls; del Bar denominato “Miami”, con sede a Pizzo Calabro, e di tutti gli ulteriori beni oggetto di sequestro preventivo d’urgenza del 16 dicembre 2019; decisa inoltre la confisca e la distruzione del materiale sequestrato: 4 plichi, un casco e un passamontagna, lo stupefacente eventualmente in sequestro nell’ambito del presente procedimento ovvero di quelli ad esso successivamente riuniti; armi e munizioni.
Restituzione dei beni
Il gup ha invece disposto la restituzione all’avente diritto dei seguenti beni: impresa “Croce Azzurra – Agenzia Funebre” e “Dafne Srl”, con sede legale a Rombiolo.
Risarcimenti ingenti agli enti
Conseguenza naturale: numeri rilevanti (capi di imputazione, imputati, entità dei sequestri) e risarcimenti ingenti alle parti civili; ben 4,4 milioni di euro.
Tutti gli imputati ritenuti colpevoli del reato associativo mafioso sono stati condannati, in solido tra loro, al risarcimento del danno in favore delle costituite parti civili Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Interno e Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, da liquidarsi in separata sede, ponendo a carico degli stessi il pagamento di una provvisionale che si quantifica in 900mila euro, nonché alla rifusione delle spese di costituzione e difesa che liquida in complessivi 5mila euro, oltre accessori come per legge.
Risarcimenti, sempre in solido, e sempre per i condannati per il reato associativo, alla Regione Calabria, da liquidarsi in separata sede, con una provvisionale di 750mila euro e spese legali di 5mila euro. Per il Comune e la Provincia di Vibo la provvisionale è di 200mila euro a testa mentre resta invariato il dato delle spese legali.
Per tutti gli altri enti locali la provvisionale inflitta dal magistrato ai condannati per associazione mafiosa è di 150mila euro, cui vanno aggiunti la rifusione delle spese di costituzione e difesa che varia, cadauno, da 3.870 a 5mila euro, oltre accessori come per legge, poste provvisoriamente a carico del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti.
Si tratta nello specifico dei Comuni di Filandari, Filogaso, lonadi, Limbadi, Maierato, Mileto, Nicotera, Pizzo, Ricadi, San Costantino, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio, Stefanaconi, Tropea, Zungri.
Privati e aziende
Altro capitolo ha riguardato i risarcimenti a soggetti privati e aziende costituitisi parte civile. E così Luca Belsito in relazione ad uno specifico capo di imputazione e tutti gli imputati per i quali è stata pronunciata condanna per il reato associativo dovranno risarcire in favore della costituita pane civile Vanya Lekova Danova 50mila euro oltre alle spese legali per 5mila euro; il pentito Gaetano Antonio Cannatà, Giovanni Claudio e Pasquale Antonio D’Andrea (in relazione a reati specifici), nonché tutti gli imputati per i quali è stata pronunciata condanna per il capo associativo dovranno risarcire Giuseppe Sergio Baroni per 25mila euro (più 5mila di spese legali) e la Fondazione Nazionale “Interesse Uomo – Onlus” per 5mila euro (più 3.870 euro di spese legali); condannati, in solido tra loro, tutti gli imputati per i quali è stata pronunciata condanna per il reato associativo a risarcire l’Associazione antiracket e antiusura della Provincia di Vibo per 30mila euro (3.870 euro di spese legali). Giuseppe Lopreiato, in relazione al reato ad uno specifico capo, dovrà risarcire il Credito Cooperativo di San Calogero e Maierato e la Bcc del Vibonese per 300mila euro (più 6mila euro di spese legali).
Domenico “Mommo” Macrì e Michele Pugliese Carchedi sono chiamati in solido a risarcire la “Cooper Poro Edile” per 10mila euro (più 5.100 di spese legali); Michele Manco e Rossana Morgese, anche loro in solido, dovranno risarcire la Eurospin Sicilia per 50mila euro (più 6mila euro di spese legali); Cavallaro Gianluigi è stato condannato a risarcire per 15mila euro Luigi Furci (più 6.000 euro di spese legali). Infine Pasquale Gallone dovrà risarcire l’imprenditore Antonio Lopez Y Royo per 30mila euro (oltre a 3.870 euro di spese legali).
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