Il giudice Giuseppe Valea
1 minuto per la letturaCATANZARO – I carabinieri del Ros di Salerno con i colleghi di Catanzaro, questa mattina, hanno effettuato una serie di perquisizioni negli uffici del Tribunale di Catanzaro. Gli investigatori – sotto la supervisione del procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale, arrivato in tarda mattinata a Catanzaro – hanno preso visione di una serie di documenti per vagliare la posizione di un magistrato: si tratta del giudice Giuseppe Valea, il cui trasferimento al Tribunale di Milano è stato ratificato nei giorni scorsi dal Consiglio superiore della magistratura (LEGGI) che aveva già avviato accertamenti.
Per il magistrato, per il quale il Csm aveva accolto la richiesta di trasferimento a Milano, è stata disposta l’interdizione per un anno dalle funzioni sulla base di un’accusa di falso ideologico.
Valea si sarebbe “autoassegnato” alcuni fascicoli depositando le decisioni senza condividere il lavoro con i colleghi del collegio del Riesame. Le indagini nascono all’interno dell’inchiesta “Genesi” che la procura di Salerno sta conducendo da oltre due anni sul cosiddetto “sistema Catanzaro”, ovvero un intreccio di presunti rapporti illeciti volti ad “aggiustare” le sentenze.
Nell’ambito di questa inchiesta il giudice, ora sospeso, della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini è stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 4 anni e 4 mesi. A rendere dichiarazioni sul giudice Valea sono stati il collaboratore di giustizia Andrea Mantella e anche l’avvocato Francesco Saraco, anche quest’ultimo coinvolto nell’inchiesta “Genesi” e condannato in abbreviato a un anno e 8 mesi.
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