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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Sentenza riformata in appello (26 condanne e 6 assoluzioni) al processo di secondo grado “Crisalide” scaturito dall’operazione che, di fatto, determinò lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose a novembre 2017.

A maggio 2019, al termine del processo di primo grado celebratosi con il rito abbreviato, su 52 imputati 43 erano stati condannati e 9 assolti fra i quali due imputati eccellenti, assolti “perché il fatto non sussiste”: Pasqualino Ruberto, ex consigliere comunale e candidato a sindaco nelle elezioni del 2015 e il medico Giovanni Paladino, entrambi accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. E mentre per Pasqualino Ruberto l’assoluzione è divenuta definitiva a ottobre scorso perchè il pm non impugnò la sentenza di primo grado, per il medico Giovanni Paladino, invece, la Procura chiese nuovamente la condanna in appello, in riforma della sentenza di assoluzione in primo grado, a 6 anni e 8 mesi.

E’ la richiesta del procuratore generale per Paladino è stata accolta visto che dopo l’assoluzione di primo grado ora è giunta la condanna a 4 anni oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Sono stati in appello assolti con formula piena: Mattia Mancuso (difeso dall’avvocato Salvatore Cerra), Pietro Strangis (difeso dall’avvocato Pino Spinelli), Antonio Mazza (difeso dagli avvocati Giusy Caliò e Gianluca Careri), Antonio Perri (difeso dall’avvocato Caliò) e Guglielmo Mastroianni (difeso dall’avvocato Antonio Larussa).

Le condanne in appello: Antonello Amato 5 anni e 6 mesi di reclusione e 1.600 euro di multa; Vincenzo Brizzi 2 anni r 8 mesi e 6mila euro di multa; Domenico De Rito 8 anni e 7 mesi di reclusione: Antonio Franceschi 8 anni e 9 mesi di reclusione: Morrison Gagliardi11anni e 6 mesi; Carlo Alberto Gigliotti 6 anni e 8 mesi e 20 giorni; Michele Grillo 6 anni 9 mesi e 10 giorni; Massimo Gualtieri 8 anni e 4 mesi e 20 giorni: Nicola Gualtieri14 anni; Giuseppe Grande 13 anni e 10 mesi; Vincenzo Grande 8 anni 1 mese e 20 giorni: Francesco Salvatore Mazzotta 5 anni 4 mesi e 20 giorni e 1.600 euro di multa: Antonio Miceli 20 anni: Rosario Muraca 8 anni e 2 mesi ; Marco Cosimo Passalacqua 5 anni e 5 mesi e 10 giorni e 1.800 euro di multa; Salvatore Luca Torchia 3 anni e 6 mesi e 20 giorni e 8mila euro di multa; Claudio Vescio 6 anni e 9 mesi e 20 giorni; Salvatore Torcasio 4 anni e 2 mesi e 22mila euro di multa; Davide Belville 6 anni e 2 mesi e 6mila euro di multa: Pasquale Caligiuri 9 anni e 9 mesi e 10 giorni; Antonio Saladino 10 anni e 1 mese e 10 giorni; Rosario Franceschi 8 anni e 9 mesi: Maurizio Caruso 4 anni e 2 mesi e 20mila euro di multa; Luigi Vincenzini 8 anni.

Alcuni imputati sono stato condannati a risarcire le parti civili: Associazione antiracket Lamezia (rappresentata dall’avvocato Carlo Carere), Comune di Lamezia Terme (rappresentato dall’avvocato Caterina Flora Restuccia) e Luigi Angotti, titolare della panetteria “Il fornaio” dove la sera del 30 marzo 2017 esplose una bomba in pieno centro che avrebbe potuto provocare una strage.

L’operazione Crisalide contro il clan Cerra – Torcasio – Gualtieri scattò il 23 maggio 2017 e fu portata avanti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme. In particolare, indagando sui nuovi “picciotti” del clan in cui emerse la figura di Antonio Miceli, ritenuto il reggente del clan, gli investigatori scoprirono anche che gli esponenti della cosca avrebbero appoggiato Ruberto e Giuseppe Paladino (ex vicepresidente del Consiglio comunale, condannato a maggio 2020 con il rito ordinario dal tribunale di Lamezia a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e assolto per corruzione elettorale).

Giuseppe e il padre Giovanni Paladino si sarebbero recati in macchina presso il “fortino” dei Torcasio dove avrebbero incontrato alcuni degli elementi di vertice dell’organizzazione, verosimilmente Cerra Teresina. Gli altri imputati sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato e rapina.

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